"In una società in guerra o da poco reduce da un conflitto, il costrutto centrale dell'unità e della rinascita ė passato, necessariamente attraverso la famiglia. Anche oggi, possiamo essere protagonisti di una società nuova attraverso un'attenzione per la famiglia che è divenuta sempre più anche un'invocazione di solidarietà e di reciproco aiuto". Lo ha detto il Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo Dario E. Viganò, a margine dell'inaugurazione della mostra fotografica "Famiglia all'italiana", che si è tenuta ieri al Palazzo Reale di Milano. 60 immagini fotografiche, firmate dai maggiori fotografi di scena del nostro cinema, che raccontano - dagli anni Dieci ai giorni nostri - la storia dell'istituto familiare.
La mostra - che sarà visitabile gratuitamente dal pubblico da oggi fino al 1° aprile - è stata realizzata da Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale.
"Le famiglie non sono concetti astratti - ha aggiunto Viganò - ma realtà, tessuto denso di relazioni. Entusiaste, altre volte solitarie, desiderose di incontri, altre volte sospettose. E il cinema ce le restituisce in tutta la loro complessità: ci sono le famiglie di Antonioni, che sono riflesso di quella incomunicabilità al centro della poetica dell'autore, ma accanto ci sono le vicende di famiglie e genitori di grande coraggio e umanità, come ne L'albero degli zoccoli di Olmi, fino a giunge negli anni Novanta ai film nei quali emerge l'urgenza della famiglia da ricostruire, da ricompattare. E in questo un ruolo fondamentale viene riacquistato dalle figure dei nonni". E continua: "Proprio nell'ultimo decennio il cinema italiano è stato caratterizzato dalla riscoperta dell'importanza del nucleo familiare, ricordo Le chiavi di casa di Amelio, come ultimo o primo luogo sociale dove è possibile ritrovare un minimo di equilibrio al cospetto del pendolo impazzito della vita quotidiana. La cosa sorprendente è che questo tentativo passa anche da titoli apparentemente distanti dalla tematica come La tigre e la neve e Il caimano in cui i protagonisti cercano di ricomporre i frammenti della propria esistenza proprio riannodando le fila di una famiglia spezzata".
E lo stesso Amelio, citato da Viganò, è intervenuto all'inaugurazione ricordando come “la famiglia è un tema di enorme importanza e non solo nel cinema", anche se le immagini possono farcela ritrovare "quando le parole per dirla sono troppo leggere”. Amelio (il suo Il primo uomo sarà dal 20 aprile nelle sale italiane con 01), che ha ricordato come il suo primo film a tematica familiare, Colpire al cuore, sia stato girato proprio a Milano nel 1982, si è soffermato sulle figure materne del neorealismo e sulla foto tratta da Il padre di famiglia (1967) di Nanni Loy, come uno dei primi esempi in cui il modello di mutuo soccorso familiare sembra capovolgersi:"In questo caso sono i figli ad occuparsi dei genitori".
A "benedire" l'iniziativa, pensata anche in preparazione all'Incontro Mondiale delle Famiglie che porterà il Papa a Milano tra tre mesi, c'era l'Arcivescovo Angelo Scola che ha ribadito come la "famiglia è la via maestra e la prima, insostituibile scuola di comunione, la cui legge è il dono totale di sè". “La mostra - ha continuato il cardinale - mette in luce, al di là di tutte le ideologie, i due nuclei fondamentali che stanno dentro la famiglia: la differenza tra uomo e donna, e dunque la fecondità, e il passaggio delle generazioni che significa eminentemente il processo educativo”.
La mostra fotografica "Famiglia all'italiana", promossa dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 - era presente all'inaugurazione il Presidente Mons. Erminio De Scalzi - e dal Comune - rappresentato dall'Assessore alla Cultura Stefano Boeri -, è il primo evento culturale del cammino di avvicinamento al VII Incontro Mondiale delle famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno e che, dal 1° giugno, porterà in città per tre giorni il Papa.