Quando un gruppo di donne fa breccia nel box office internazionale tanto da mettere in cantiere subito un sequel, non è solo un film che ha successo: fa notizia. E dire che su Le amiche della sposa (in originale Bridemaids) dell'esordiente Paul Feig, non ci avrebbe scommesso nessuno: invece a due mesi dall'uscita (da noi è uscito lo scorso weekend, il 19 agosto) ha rastrellato oltre 130 milioni di dollari.
Gran parte del merito va ascritto a Kristen Wiig, popolare in America per la trasmissione "Saturday Night Live", protagonista e sceneggiatrice del film con la collega di lunga data Annie Mumolo (che qui ha un cameo e invece sarà determinante nelle Amiche della sposa 2). Questa commedia dalla trama prevedibile, al punto che si è deciso di tagliare la parte del plot ambientata a Las Vegas proprio come in Una notte da leoni, ha un sapore deliziosamente retrò malgrado le battute ammiccanti e la sequenza hard iniziale, esilarante e peraltro castissima nei fatti.
Segno che una storia ben raccontata (e recitata) arriva dritta al cuore dello spettatore, ma anche un cambiamento di tendenza da non sottovalutare: anche le donne fanno ridere al cinema. Non è una battuta e bisogna tornare indietro nel tempo per comprenderlo, fin dai suoi esordi la commedia sofisticata ha avuto connotati facilmente riconoscibili: dialoghi brillanti, interpreti affiatati, ritmo perfetto, e soprattutto la guerra (e pace) dei sessi. Di quel genere, nato dal passaggio dal muto al sonoro negli anni trenta e quaranta e inaugurato da Accadde una notte di Frank Capra, si ricordano le deliziose schermaglie d'amore della coppia Clark Gable-Claudette Colbert, Cary Grant e Rosalind Russell nella Signora del venerdì di Howard Hawks, ancora la Colbert con Gary Cooper nell'Ottava moglie di Barbablù di Lubitsch, Jack Lemmon, Tony Curtis e Marilyn Monroe in A qualcuno piace caldo di Billy Wilder e gli impareggiabili Cary Grant e Ingrid Bergman in Indiscreto di Stanley Donen. Col passare dei decenni è cambiata la commedia: è diventata meno sofisticata e a Whoopi Goldberg e Goldie Hawn, si sono susseguiti Diane Keaton con Woody Allen, Meg Ryan e Billy Crystal (Harry ti presento Sally), i più romantici Insonnia d'amore, C'è post@ per te (dietro le quinte Nora Ephron in veste di sceneggiatrice o regista). I grandi mattatori sono tornati a essere gli uomini, prede di agguerrite femmine con il matrimonio come unico obiettivo. Ed ecco finalmente la rivincita: non c'è bisogno dell'altro sesso per divertire fino alle lacrime spettatrici e spettatori. Facendo strike al botteghino di casa, Le amiche della sposa ha infatti rivalutato le capacità comiche al femminile in generale, che sembravano confinate alle potenzialità del piccolo schermo (vedi Sex & the City o Le casalinghe disperate), e non solo del gruppetto di simpatiche attrici, su cui svetta l'esilarante Kristen Wiig, nei miseri panni della trentenne Annie. Originaria del Midwest, con un fiuto per i rapporti sentimentali da far invidia a Bridget Jones, scopre di dover affrontare un duplice, catastrofico, evento: la sua migliore amica Lillian (Maya Rudolph) si sposa e lei deve essere la sua prima damigella. Incomincia così un viaggio per aria (che finisce subito causa la paranoia di Anne) e per terra, tra gag e rivalità tipicamente femminili (la damigella Rose Byrne gliene combina di tutti i colori e con discreto successo). Il lieto fine non guasta l'atmosfera e neanche le brevi ma efficaci comparsate di Jon Hamm.