(Adnkronos/Cinematografo.it) - Meglio Qualunquemente o Checco Zalone che è accusato di qualunquismo? I Palazzi della politica si dividono tra i due fenomeni cinematografici del momento: c'é chi tifa Che bella giornata, diventato il film italiano che ha incassato di più nella storia (superando il record detenuto dal '97 da La vita è bella di Benigni), e chi per Cetto La Qualunque, il personaggio di Antonio Albanese che dà un'immagine ironicamente impietosa di un'Italia tutta votata al "partitu du pilu". Ma i due schieramenti sono assolutamente trasversali rispetto alle formazioni politiche in campo.
Ad aprire il dibattito politico sul film, ci hanno pensato i parlamentari del Pd al Lingotto. Il sorpasso di Benigni da parte di Zalone era stato infatti anche al centro di una querelle durante il convegno dei MoDem (movimento di minoranza del Pd) di sabato a Torino. Dal palco della convention il deputato del Pd Giacomo Portas ha affermato: "Il Paese era più sano ai tempi de La vita è bella di Roberto Benigni. Una prova del degrado a cui siamo arrivati? Guardate chi è in testa alla classifica dei film più visti: Checco Zalone. Siamo passati da Benigni a Zalone". Ma subito, dall'interno dello stesso Pd, è arrivato un giudizio diverso. Dopo l'intervento di Portas, infatti, Ermete Realacci, responsabile Green Economy del Pd, ha sottolineato: "A me Zalone è piaciuto, e forse dobbiamo imparare anche noi a essere più semplici".
Ora, dopo che il box office ha visto salire in testa agli incassi dell'ultimo weekend Qualunquemente, il dibattito si è allargato e riserva delle sorprese. Così Clemente Mastella si dichiara all'ADNKRONOS "apertamente zalonista, perché - dice - quella di Albanese é un'ironia più marcata, troppo forte. Mentre quella di Zalone é più naturale, disinvolta". Alessandra Mussolini, deputata del Pdl, ha un debole per Cetto La Qualunque: "devo dire la verità - confessa all'ADNKRONOS - mi piacciono tutti e due però mi piace di più il personaggio di Albanese, che tra l'altro è nato tanto tempo fa ma sembra di grandissima attualita". Il suo è un film in cui si ride ma a volte sono risate molto amare. E mi piace questo mix tra divertimento e riflessione", sottolinea.
Davide Caparini della Lega Nord è invece "equidistante": "li trovo entrambi molto simpatici e molto bravi, anche se hanno due modi di fare cinema molto diversi. Però ci sono due cose di entrambi i film che mi rendono felice: in primis il fatto che siano due film italiani che incassano molto, smentendo il de profundis che troppo spesso si recita a proposito del nostro cinema. L'altra cosa che da leghista trovo esaltante è che la loro comicità è fortemente caratterizzata dal punto di vista dell'appartenza al territorio, con tante espressioni dialettali, come nella miglior tradizione della comicita' italiana".
Sulla stessa linea il senatore del Pd Vicenzo Vita: "Sono due energie fresche. Mi ispirano entrambi. Sono diversi tanto nell'impianto narrativo quanto nell'intensità dell'approccio politico. Tuttavia entrambi molto godibili, come dimostrano gli incassi. Viva il cinema italiano e ben vengano film così, che rivilitalizzano il mercato in un momento non facile per il mondo della cultura". Una bocciatura netta per entrambi i film arriva invece dal parlamentare Fli, Gennaro Malgieri: "Tutti e due sono specchi deformati di una realtà virtuale che esprime il 'luogocomunismo' intorno alla quale si articolano forme artistiche ed espressive di un certo modo di intendere la politica e il giornalismo. Tanto l'uno che l'altro per quanto esilaranti, - affonda il colpo l'ex consigliere Rai - rispecchiano una certa idea dell'Italia che deve essere per forza peggiore a dispetto di un'Italia migliore che pure esiste malgrado tutto". "Non a caso - insiste Malgeri- il nostro Paese è la quinta potenza industriale del mondo, la seconda grande esportatrice d'Europa e vi sono artisti italiani che espingono in tutto il mondo. Anche se devo dire - accusa Malgieri - che culturalmente l'Italia sta vivendo un momento di grande travaglio dato proprio dalla mancanza di idee che si riscontra nel cinema e nell'arte. Cosa - evidenzia - che nulla ha a che fare con i tagli alla cultura: le grandi idee non marciano mai con i mecenati e il mecenatismo di Stato non ha mai prodotto buone idee. E' quando ci sono buone idee che si trovano i finanziamenti e non il contrario. Dante non avrebbe mai scritto la Divina Commedia se gli fosse stato commissionato e finanziato ogni canto. Insomma se i prodotti culturali di massa come il cinema risucissero a fare un po' di autocritica e a produrre buone idee non sarebbe male".
Non pro-Albanese ma decisamente contro Zalone si schiera invece il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, grande appassionato di cinema: "Sono andato a vedere il film di Checco Zalone e mi ha deluso profondamente. Ero curioso degli incassi record di Che bella giornata e non avevo visto nemmeno il precedente Cado dalle nubi. Francamente non ho capito come mai abbia avuto questo grande successo", dice il ministro all'ADNKRONOS. "Si tratta di un'ora e mezzo di puro svago, pieno di luoghi comuni, a partire da quelli sui militari. Non sono snob, per carità, è vedibile ma non mi capacito dei record", aggiunge La Russa. Quanto a Qualunquemente, La Russa non l'ha ancora visto e non si sbilancia: "Se posso ci vado. Sono un cinefilo. Sinceramente però -sottolinea- ho dato la precedenza a La versione di Barney. E mi sono chiesto perché incassi meno di Zalone. Boh? Mi sono divertito almeno quanto vedendo Che bella giornata ma con un film di tutt'altro spessore. Devo dire però che a vedere Zalone ci sono andato su consiglio di mio figlio di 15 anni e forse la spiegazione del successo è questa, forse il film di Zalone mira a quel pubblico". Quanto alla prossima pellicola nell'agenda del ministro, non ci sono dubbi: "Il prossimo che vedo -annuncia- è Vallanzasca, anche per appurare se sono fondate le critiche. Magari ha ragione la Lega, o forse no. Ma per me i film non si leggono, si vedono", conclude.