Uno scenario più propizio al lancio del film sarebbe stato difficile da immaginare: a dar credito alle mille congetture degli ultimi giorni, anche nelle dimissioni del sindaco Marino sembrano implicate forze che agiscono nell'ombra, manovre segrete, trame indicibili, come quelle che affastellano Suburra, l'apocalittico affresco della Capitale che Stefano Sollima (regia) e i due sceneggiatori Rulli e Petraglia hanno tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Un trattamento ("il tradimento virtuoso", lo ribattezza Bonini) che sacrifica molti dei personaggi del libro ma ne coglie testo e contesto, l'intreccio di avidità e potere che unisce mondi apparentemente lontani - politica, Vaticano, zingari delle periferie, mafia di Ostia, escort e faccendieri - nella fanghiglia del malaffare romano.

Un film che marca stretto l'attualità senza farsi obbligare, che cerca un equilibrio tra realismo e allegoria, perché, come dice Sollima, "solo l'affresco sopravvive al presente." Che soprattutto lavora sugli stilemi di genere - il gangster movie - per raccontare la Mafia Capitale con gusto popolare e respiro internazionale: "E' la via che, da Romanzo criminale in poi, stiamo portando avanti - conferma Riccardo Tozzi di Cattleya, produttrice del progetto con Rai Cinema -. Non è facile fare film così in Italia. Relativamente costosi (7, 2 milioni di euro di budget, ndr), cupi, senza eroi né salvezza. Ma siamo convinti che la strada sia questa. Il cinema italiano va cambiato".

Un rinnovamento cercato senza salti in avanti, inseguito semmai nella riproposizione di moduli narrativi classici, poco utilizzati dal cinema tricolore. Ma l'operazione è più ampia: Suburra, come Romanzo criminale e Gomorra, diventerà una serie, che sarà prodotta e distribuita da Netflix, lo stesso over the top che renderà disponibile il film in Nord America e Sud America in contemporanea con l'uscita italiana, fissata il 14 ottobre in 500 sale (distr. 01).

Ovviamente il format tv potrà dare spazio a tutte quelle storie che, giocoforza, sono state espunte da un film di poco più di due ore.

Dove invece troviamo un onorevole (Pierfrancesco Favino) che, coinvolto nella morte accidentale di una escort minorenne, finisce suo malgrado per muovere personaggi pericolosi, calamitare appetiti vari, provocare faide criminali e imprimere un'accelerazione decisiva nel grande affare speculativo intorno al litorale di Ostia, mentre si avvicina una pericolosa crisi di governo (siamo a Novembre 2011 e il riferimento va alla caduta dell'esecutivo Berlusconi) e il Papa stesso medita di lasciare. "Troppo facile dirsi estranei a questi personaggi - commenta Favino -. Invece bisogna lasciarsi interpellare dal film che, nel rappresentare una Roma come quella di Flaiano, chiede a ciascuno di noi: tu che cosa venderesti per un po' di benessere? La verità è che tutti noi siamo figli della stessa degenerazione, iniziata 30 anni fa. Cerchiamo solo un po' di soddisfazione per noi stessi". Qui il malaffare è trasversale: va dal politico di razza al Pr che organizza eventi mondani, come quello interpretato da Elio Germano: "Un mediocre, sopraffatto da un gioco più grande di lui. Ma non credo che il singolo faccia la differenza. Il discorso vale per lui, per Marino e per chiunque altro."

"Sin dal titolo, Suburra (il luogo nell'antica Roma dove potenti e criminali si incontravano per fare affari, ndr) denuncia questa continuità nel malaffare romano, una coazione a ripetere che prescinde dagli attori", chiosa Sollima. Perciò non bisogna aspettarsi troppo dal dopo-Marino: "Ci saranno le elezioni e vinceranno i 5 stelle - azzarda Claudio Amendola, che nel film è un fac-simile di Carminati, il collettore tra il mondo di sopra e mondo di sotto -. Nel frattempo gli altri avranno avuto il tempo di ripulirsi e di riproporsi. Il circolo vizioso ricomincia".

Completano il cast il lanciatissimo Alessandro Borghi, già visto in Non essere cattivo di Caligari, Grata Scarano, Adamo Dionisi e la giovanissima Giulia Elettra Gorietti.

Perché un film come questo non va alla festa di Roma? "Solo una sovrapposizione di date. Nessun mistero", taglia corto Sollima.