"Alla metà degli anni '80 dominava nel cinema italiano un certo accademismo. Si facevano film che erano già stati fatti, e meglio. Il realismo si riteneva insuperabile. Palombella rossa era il tentativo di fare un cinema un po' più libero, fuori dagli schemi". Così Nanni Moretti al Festival di Torino, presentando la versione restaurata dalla Cineteca Nazionale di uno dei suoi lavori più amati.

"La storia di un uomo che non ricorda più chi è, specchio di un partito, quello comunista, e di una nazione senza memoria", aggiunge il regista romano. Che invece ricorda benissimo quegli anni e la lavorazione del film: "Uno dei più faticosi che abbia mai girato - dice Moretti -. Dovevo nuotare, giocare a pallanuoto, gridare, dirigere attori e comparse che non avevamo mai praticato quello sport. Inoltre c'erano turni massacranti. Il film è ambientato per metà di giorno e per metà di notte. Ebbene noi per le riprese in notturna giravamo dalle sei del pomeriggio alle cinque e mezza del mattino".

Un restauro impeccabile per un'opera relativamente recente: "Palombella rossa è del 1989, non stiamo parlando di un film vecchio. Tuttavia la pellicola è fragile e il suono tende presto a smagnetizzarsi. E' lì che siamo intervenuti soprattutto", spiega Sergio Toffetti, direttore dell'Archivio Nazionale Cinema Impresa. "Un film che è cresciuto incredibilmente e dal punto di vista politico, e da quello figurativo", conclude Toffetti.

Palombella rossa è incentrato su Michele Apicella, dirigente del PCI che a seguito di un incidente ha perso la memoria. In trasferta ad Acireale con la sua squadra di pallanuoto, cercherà senza successo di rimettere insieme i pezzi della sua vita e della sua militanza politica.

Interpretato, oltre che dallo stesso Nanni Moretti, anche da Silvio Orlando e da una giovanissima Asia Argento, il film contiene alcune delle frasi più celebri del morettismo, tra tutte "Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!".