Storiche etichette discografiche italiane, fabbriche messicane, giovani donne europee: è un'esplorazione del reale a 360° quella del concorso documentari del Torino Film Festival, che conferma anche quest'anno la propria centralità nella manifestazione. Il percorso musicale è quello attuato da Luca Pastore con I dischi del sole, medley audiovisivo sulla label omonima, che costituisce una delle più importanti esperienze di ricerca, documentazione e diffusione di musica e cultura popolare del nostro Paese: "I protagonisti del film - afferma il regista - sono proprio i dischi raccontati attraverso videoclip non-MTV-standard e messi in rapporto con l'oggi e le sue contraddizioni politiche e umane". Coniugando militanza e recupero della tradizione popolare, I dischi del sole ha pubblicato nei '60 e '70 circa 250 titoli di artisti e intellettuali quali Giovanna Marini, Italo Calvino, Umberto Eco, Ivan Della Mea, Laura Betti, Paolo Pietrangeli e di ensemble nostrane come il Gruppo Padano di Piadena, il Nuovo Canzoniere Italiano. Dall'Italia che canta l'impegno del Messico che lotta per affermare i diritti del lavoro: Maquilas di Isabella Sandri e Giuseppe M. Gaudino è il ritratto socio-economico di Ciudad Juarez, una città in mezzo al deserto al confine con El Paso (Texas), dove il capitale straniero ha impiantato 400 fabbriche (maquilas) in 18 parchi industriali. Il motivo di questa proliferazione industriale? Ovviamente, il profitto, che deriva dall'abolizione di tasse e dazi, ma soprattutto dallo sfruttamento dei lavoratori e dallo smaltimento illegale e a costo zero di rifiuti tossici e pericolosi. Una realtà tragica - ulteriormente aggravata da 300 omicidi di donne rimasti senza colpevoli - in cui si muovono gli "Zorros del Desierto" (volpi del deserto), gruppo di volontari nato per proteggere gli abitanti del quartiere Anatra, il più disagiato e pericoloso della ciudad. I registi tallonano in particolare due "volpi", Adriana e Felix, nella loro quotidiana missione di informazione e soccorso, ma nei 120 minuti del film lo spettatore finisce per perdere più volte le loro orme, ed è un peccato. Dalle desertiche distese messicane all'Europa allargata ripresa al femminile dalla videocamera di Corso Salani: Tre donne in Europa e l'identità del nostro continente attraverso i volti e gli sguardi dell'ungherese Agy, della polacca Gabriella e della lettone Liene. Tre ragazze qualsiasi seguite dal voyeur Salani nella loro quotidianità fatta di esami universitari, lezioni di sci, nuoto e scherma: l'ottica di Salani privilegia immediatezza e trasparenza - meriti indubbi - ma il senso dell'operazione non è del tutto chiaro.