"Ridurre il cinema italiano alla realizzazione di una quindicina di film, affidati esclusivamente ai registi di maggiore successo e prestigio, non mi pare una prospettiva incoraggiante". A parlare è Ferzan Ozpetek che in un'intervista al Giornale dello Spettacolo interviene in merito alla vertenza lanciata dalle associazioni dello spettacolo. "Una cinematografia sana investe anche sui debuttanti, sui nuovi autori, sulla sperimentazione - continua il regista attualmente impegnato nel montaggio del suo nuovo film, Cuore sacro -. Quest'anno Benigni, Moretti, Muccino e qualche altro autore non avranno difficoltà a realizzare i rispettivi progetti". Sull'impegno delle istituzioni nei confronti del cinema, Ozpetek si chiede, "ma il governo non riesce o non vuole capire l'importanza del cinema? I film sono anche uno straordinario strumento promozionale: fanno conoscere le bellezze paesaggistiche ed artistiche di un Paese, ne promuovono la cultura, suggeriscono un modo di vivere, aiutano il turismo, la moda, la gastronomia; in poche parole sostengono l'immagine di una nazione. Anche da un punto di vista strettamente economico il cinema è un grande e utile investimento. La cosa mi pare talmente lapalissiana che tagliare risorse al cinema e alla cultura fa sospettare una volontà stupidamente masochista". Anche la televisione, secondo il regista potrebbe aiutare di più il grande schermo: "Nel nostro Paese le televisioni sia pubbliche che private privilegiano decisamente il cinema americano. Personalmente non ho ancora avuto il piacere di vedere un mio film programmato in prima serata, perfino Le fate ignoranti, che pure è stato un successo sia di pubblico che di critica, è passato in tv dopo le 23.00. Mi auguro di sfatare la regola con La finestra di fronte".