“Una rivelazione, ecco quel che Gatsby è stato per me. Ero in treno in Siberia, dieci anni fa, l'ho letto con del vino rosso e ho capito che quei personaggi eravamo noi oggi: dovevo aprire il monologo di Carraway e raccontare questa storia”. Così il regista Baz Luhrmann, sulla Croisette com Leonardo Di Caprio, Carey Mulligan e Tobey Maguire, presenta Il grande Gatsby, apertura fuori concorso del 66° festival di Cannes, che domani arriverà anche nelle nostre sale con Warner Bros. Adattamento del celeberrimo romanzo omonimo di F. Scott Fitzgerald, segue lo scrittore in erba Nick Carraway (Tobey Maguire) che nella primavera del 1920 lascia il Midwest e arriva  a New York in un'epoca di rilassamento morale, albori del jazz e contrabbandieri d'alcol: inseguendo il proprio sogno americano, diventa vicino di casa di Jay Gatsby (Leonardo Di Caprio), un misterioso milionario che dà feste da mille e una notte, mentre sull'altra riva della baia l'amore di gioventù di Jay, Daisy (Carey Mulligan), vive col marito Tom Buchanan...
“Romanticismo, ubriacature, decadenza: quando l'ho letto all'highschool non potevo capirlo del tutto”, dice il cosceneggiatore (con Luhrmann) Craig Pearce, ma oggi Il grande Gatsby “dice molto dell'attuale clima finanziario: Fitzgerald aveva predetto il crollo che stava per accadere da lì a qualche anno”. “Negli Usa Il grande Gatsby è una lettura fondamentale”, aggiunge Di Caprio, sottolineando di essere “affascinato da Gatsby, ma soprattutto dalla potenza e dall'equilibro di Fitzgerald nella scrittura: è un grande romanzo, soprattutto per quello che lascia all'interpretazione del lettore”. Di Gatsby Di Caprio rileva “l'amore e la tragedia, in un tempo in cui per un americano tutto era possibile: diventare Rockefeller, ma nel mentre perdere se stesso”. Anche il regista, che aveva già diretto Di Caprio in Romeo + Juliet nel '96, evidenzia come “Fitzgerald prenda ciò che tutti pensiamo e lo mette in una frase: è un romanzo dalla tecnica straordinaria” e, ricordando il tragitto tormentato di questo longseller, aggiunge: “Ha venduto più copie la scorsa settimana che in tutta la vita di Fitzgerald”. Non solo, Luhrmann all'anteprima Usa ha incontrato la nipote di Fitzgerald, che gli ha confessato: “Credo che Scott ne sarebbe stato orgoglioso. Da parte mia, credo il film sia bello come avrebbe potuto essere”.
Se la Mulligan ha cercato di incarnare “una Daisy il più possibile fedele al libro”, Tobey Maguire loda l'amico Di Caprio e definisce Luhrmann  “un detective diligente” che ha indagato materiali e reperti d'archivio, forte anche dell'aiuto di Princeton e altre istituzioni accademiche. Non lesina complimenti al regista nemmeno Di Caprio: “Baz ti ispira ogni giorno a fare il meglio, non ha paura di accostarsi ai classici e prendere rischi: è entrato nell'essenza del dramma di Fitzgerald com grande forza visuale”. Ultima parola proprio a lui, Luhrmann, che si focalizza sulla musica de Il grande Gatsby, che annovera nella soundtrack Jay-Z, Beyoncé, will.i.am e Florence and the Machine: “Fitzgerald ha messo il jazz nel libro come una star, e oggi quella african-american street music che cos'è se non l'hip hop?”.