“Nel finale ho una scatto d'ira, d'orgoglio, di rabbia, ma non sono un personaggio positivo”, dice Filippo Scicchitano, alla seconda prova sul grande schermo dopo il successo di Scialla! e il Premio Rivelazione della Fondazione Ente dello Spettacolo. “Gina insegue un sogno, in parte lo raggiunge, ma non è il suo sogno, bensì quello della madre. E' una bambina, e non riesco a immaginare il suo futuro. Come il mio, del resto”, ribadisce l'esordiente Giulia Valentini.
Sono i protagonisti di Un giorno speciale di Francesca Comencini, terzo e ultimo italiano a passare in Concorso a Venezia 69., applaudito in conferenza stampa. Produzione Palomar e distribuzione Lucky Red, dal 4 ottobre in sala. E sono due giovanissimi, che si incontrano in una periferia stralunata e romana (Porta di Nona): lei ha un appuntamento con un politico che potrebbe raccomandarla per entrare nel mondo dello spettacolo, Marco è l'autista che deva accompagnarla. Dopo una lunga attesa, passata tra bowling, ristoranti, parchi e Fori, Gina arriverà dal politico. “All'inizio Gina è più forte, conduce il gioco e Marco la segue, ma quando sis contrano con il mondo adulto da ragazzo e ragazza si trasformano in uomo e donna. Gina cede, Marco ha uno scatto”, dice la Comencini, che definisce Un giorno speciale “una commedia che passa dalla leggerezza all'estrema crudezza”.
“E' un film – aggiunge Giulia Calenda, che ha adattato con la regista il romanzo Il cielo con un dito di Claudio Bigagli - su dei ragazzi normali, non emblemi. L'incontro col politico dura 5 minuti, ma poi la vita ti si spalanca…”, mentre Carlo Degli Esposti di Palomar si concentra sull'aspetto produttivo e ideologico: “Volevamo fare un piccolo film, una piccola favola con un grande rapporto con quel che abbiamo fuori, e contro al rimozione di un passato recente. E non ho chiesto alcun finanziamento per non falsare il bel rapporto tra produttore e regista, dato che la radioattività del nostro ieri è ancora una nube su di noi”. 6 settimane di riprese, 600mila euro di budget, “girato in sequenza e dentro la realtà vera”, Degli Esposti si augura che Un giorno speciale possa essere “un esperimento per il nostro cinema e la nostra tv”.
Se Scicchitano fa un “personaggio non simile a quel che sono come accadeva in Scialla!, ma qui ho sposato l'ideologia e il cinema di Francesca”, la sua regista focalizza il rapporto con la bellezza: “Non è gratuito, basti pensare alla madre che conduce la bella Gina a credere che la bellezza è un valore non solo estetico, ma una merce”.  Non solo, “la ricerca ossessiva della bellezza non fa che perderla: la madre la trucca, la pettina, e Gina si abbruttisce”, e la fotografia di Luca Bigazzi fa sì che “l'aspetto visivo sia anche morale e narrativo”.
Ma qual è stato il punto di partenza? “La scintilla della cronaca italiana, desunta dal libro di Bigagli. Ovvero, le giovani ragazze coinvolte in storie di prostituzione. Cercavo un modo di raccontarle con il cinema, non possono esserci solo tg e giornali. E non sono racconti lontani, ci riguardavano e ci riguardano”, precisa la Comencini. Che ha cercato i due interpreti - prima di vedere Scialla! - nelle periferie romane con e-mail e volantini: “Hanno risposto in miglia”, tra cui Giulia Valentini: “Senza darle niente in cambio, Francesca mi ha dato questa opportunità”. Non è sempre, non è quasi mai così: “Cercavo lavori da barista, donna delle pulizie su Internet, ma mi chiamavano solo uomini che mi promettevano di farmi diventare attrice, modella. E mi chiedevano sempre le stesse cose: foto, taglia, altezza, per posare nuda, fare film porno. Nessuno mi dava i lavori che chiedevo”.
Dunque, Un giorno speciale che cosa può dire e dare ai giovani? “Li sprona a non abbassare la testa, a non mollare e scendere a compromessi. Ma - si chiede Scicchitano - quanta disoccupazione, quanta crisi c'è? Le istituzioni devono muoversi e fare qualcosa”.