"Non spengo le candeline, ma la cinepresa", dice Mario Monicelli. Alla regia, dopo oltre 70 anni di carriera, ha detto basta: preferisce godersi il meritato riposo anche perché "fare cinema è diventato sempre piu' difficile". Alla vigilia dei suoi 95 anni (li compie domenica 16 maggio), il maestro della risata amara all'italiana, Mario Monicelli, confessa all'ADNKRONOS con la consueta ironia di non sapere ancora come intende festeggiare un compleanno così importante: "Neanche mi ricordo che giorno è -scherza il regista- qualcosa farò, ho dei figli e starò sicuramente con loro".
Del suo addio ai set (l'ultima regia risale al 2006) parla senza rimpianti: "Ormai basta con il cinema, non ho più niente in cantiere, ora voglio solo riposarmi. Ci sono stati due o tre film che avrei voluto fare ma se non sono andati in porto si vede che non era destino e nè tempo di farli", dice il regista che infatti non vuole rivelare neanche di che progetti si trattasse.
Quanto al prequel già in lavorazione di Amici miei  per la regia di Neri Parenti con De Sica, Placido, Panariello, Hendel e Ghini e ambientato nella Firenze di fine '400, alla corte di Lorenzo de' Medici, Monicelli sottolinea: "Se dopo tanto tempo ancora rifanno un film significa che ha avuto grande successo e quindi non può farmi altro che piacere". Infine il maestro dice la sua sulla polemica che ha accompagna Draquila di Sabina Guzzanti a Cannes: "Non condivido la scelta del ministro di non andare a Cannes. Piaccia o non piaccia è un film che rappresenta l'Italia a un festival così importante. E andrebbe sostenuto già solo perché è un film italiano, soprattutto in un momento così difficile per il nostro cinema".
Mario Monicelli è considerato uno dei maestri del cinema italiano del dopoguerra, anche se lui ha sempre preferito presentarsi come un semplice "artigiano". Di origine toscana, è uno dei registi più geniali della commedia all'italiana, con film indimenticabili come La grande guerra, con la storica coppia Sordi-De Sica, e la parodia I soliti ignoti che nel 1958 portò al successo l'allora sconosciuta Claudia Cardinale. In entrambi i film vigono le regole della "commedia all'italiana": tutto rimane irrisolto ma nonostante tutto si crea la speranza tramite il sorriso. Monicelli nasce nel 1915 a Viareggio. Dopo le scuole si traferisce a Milano per studiare medicina, per poi passare a storia e filosofia.
Nel 1934 girato il suo primo 16 millimetri dal titolo I ragazzi della via Paal, basato sul romanzo omonimo di Franz Molnàr, con il quale ha vinto un premio al festival del cinema di Venezia nella categoria delle produzioni "a budget ridotto".
A Roma, a quel tempo centro indiscutibile dell'industria cinematografica italiana, ha lavorato con il regista Gustav Machaty e ha fatto da assistente ad altri famosi cineasti. Nel '49 inizia con il film Totò cerca casa una fruttuosa collaborazione con lo scrittore Steno, con il quale filma altri successi come Guardie e ladri e Totò e Carolina.
Le pellicole di Monicelli ruotano intorno alla gente comune, l'italiano medio. Il cineasta riesce a creare un ritratto satirico della tipica piccola borghesia italiana, una rappresentazione umoristica che risale ai tempi di Boccaccio, Macchiavelli e la commedia dell'arte, senza pero' mai cadere nel provincialismo. Il regista ha vinto due volte il Leone D'Oro a Venezia, tre volte L'Orso D'Argento a Berlino e in due occasioni è stato candidato all'Oscar. Da attore ha lavorato per l'ultima volta nel 2004 nel film di Audrey Wells Sotto il sole della toscana e ha girato il suo ultimo film Le rose del deserto nel 2006. Nel 2003, all'età di 88 anni, Monicelli è stato presidente della giuria alla Biennale di Venezia.