In attesa della presentazione del programma della terza edizione del Festival Trastevere Rione del Cinema il “Piccolo Cinema America”, dopo il grande successo dell’anno scorso, che ha raccolto in piazza nell’arco di 60 giorni circa 60 000 persone ed ospiti del calibro di Roberto Benigni, Stefania Sandrelli, Paolo Sorrentino e Gianfranco Rosi, l’associazione organizzatrice del Festival annuncia la nascita di un concorso per opere documentaristiche dirette da Under40 e del relativo premio “Angelo di Castro”*, intitolato alla memoria dell’architetto progettista del Cinema America.

“Abbiamo deciso di istituire il “Premio di Castro” per aprire le porte di Piazza San Cosimato e del Cinema Troisi ai giovani artisti così da invertire la rotta di un processo che sta togliendo loro nuovi sbocchi – dichira Valerio Carocci, presidente dell’associazione Piccolo America – è infatti secondo noi di notevole importanza permettere a tutti di concorrere pariteticamente alla proiezione sul grande schermo. Fornire al regista l’occasione di presentare il suo lavoro significa aprire al pubblico una finestra sul suo mondo e sul suo lavoro, portando l’attenzione sulle complessità e sulle ricchezze racchiuse in questa arte. È una piccola opportunità che può tracciare un nuovo percorso, non più volto a valorizzare l’omologazione e la quantità, ma anzi la specificità e la qualità del prodotto e del suo pubblico. Il concorso è stato pubblicato sul sito www.trasteverecinema.it, è possibile inviare la propria opera entro il 28 aprile, otto di queste ricevute verranno selezione a proiettare in piazza San Cosimato, dove una giuria popolare composta dal pubblico determinerà la vincitrice. Il premio, dedicato alla memoria di Angelo Di Castro, architetto progettista del Cinema America – conclude Carocci – consiste nella regolare programmazione del documentario nel futuro Cinema Troisi per una durata di un mese, nonché in un riconoscimento economico simbolico al suo regista.”

*L’architetto romano, nato nel 1901, fu costretto ad interrompere la sua attività professionale a causa delle leggi razziali, iniziando così una docenza presso l’Università Ebraica Clandestina, le cui lezioni si tenevano in alcuni scantinati Romani, per poi riprendere la sua attività che lo portò sino alla rinomata progettazione della Sinagoga di Livorno.