“Ogni volta che vengo in Italia mi diverto, perché è (in italiano, NdR) 'totalmente casino'”. Parola dell’applaudito Richard Gere, a Roma per la presentazione stampa di Franny, che arriverà nelle nostre sale il 23 dicembre distribuito da Lucky Red. Nel film, diretto dall’esordiente Andrew Renzi, interpreta il milionario e filantropo Franny, uomo affascinante e misterioso che dopo tanti anni ritrova la figlia, Olivia (Dakota Fanning) dei suoi più cari amici: la ragazza si è sposata con Luke (Theo James) e aspetta un figlio…

“Più un ruolo è difficile, più ci si diverte - commenta Gere – del resto anche nella vita non ci sono persone o fatti semplici”. Sulla sparatoria di San Bernardino, ricorda come “gli Usa sono il paese al mondo con più armi: credevo dopo la sparatoria, ci sarebbe stata una sollevazione popolare contro le armi, viceversa, è accaduto il contrario, al grido ‘dobbiamo difenderci di più’. Negli Usa anziché alla cause si guarda agli effetti, e per di più quando è ormai troppo tardi: io sono contrario all’iper-sorveglianza e allo spirito di vendetta che si sente in giro, al contrario, bisognerebbe puntare sulla saggezza degli esseri umani”.

Sempre sul versante politico e pacifista, Gere auspica un incontro tra Papa Francesco e il Dalai Lama: “Dovrebbero dialogare per aiutare il pianeta, perché sia più saggio, compassionevole e meno violento. Il Papa e il Dalai Lama sono oggi le persone più rispettate al mondo, sono al picco del loro potere, dovrebbero porre fine alla follia del mondo, insegnare la salute mentale”.

Tornando a Franny, “il mio personaggio è misterioso: mi interessa scavare, anche nella vita, il mistero è più vicino alla realtà. Non è solo uno stalker che perseguita due ragazzi, né un drogato: volevo fosse un film sfaccettato, per questo ci abbiamo messo humour, dark humour. Inoltre, volevo evitare le etichette: gay o etero, è irrilevante che sia”.

Comunque, nonostante la confusione che facciamo, Gere un film in Italia lo girerebbe: “Non mi scoraggia il vostro casino, ma ci vogliono tanti fattori perché un film vada in porto, è un’alchimia. Penso spesso al prossimo film di Bernardo Bertolucci, speriamo che ci sia: mi piacerebbe davvero farne parte”.