"Finirò nella tomba conosciuta solo per Fargo, sarò Marge Gunderson fino alla fine dei miei giorni, temo…". Ci spiace doverla smentire, ma Frances McDormand (che per quel film vinse l'Oscar) probabilmente dovrà far posto anche ad un altro personaggio per la sua epigrafe. E' quello di Mildred Hayes, confezionatole dal regista irlandese Martin McDonagh, che porta in concorso a Venezia 74 Three Billboard Outside Ebbing, Missouri (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, in Italia dall'11 gennaio con Fox), accolto trionfalmente alle proiezioni per la stampa.

Sono passati diversi mesi dall'omicidio di sua figlia (stuprata e data alle fiamme) e Mildred Hayes, poiché ancora non è stato trovato il colpevole, decide di rompere il silenzio, comprando tre cartelloni stradali che generalmente indicano la direzione verso la propria cittadina, per scrivere un messaggio polemico nei confronti di William Willoughby (Woody Harrelson), lo stimato capo della polizia locale, malato di cancro al pancreas. Tra i suoi uomini, spicca per violenza, razzismo e balordaggine, l’agente Dixon (Sam Rockwell), che proprio non tollera l’iniziativa di Mildred…

Dopo In Bruges e 7 Psicopatici, McDonagh mette al centro di un suo film una donna disposta a tutto pur di avere giustizia: "Avevo bisogno di una madre disposta a tutto, e una donna molto forte. E scrivendo il film non riuscivo a pensare a nessun altro se non a Frances, attrice molto abile a trasmettere tragedia e umorismo allo stesso tempo", dice il regista, che sulla natura sfaccettata dei vari personaggi spiega: "Basta vedere l’umanità in ciascuno di noi, è impossibile catalogare in un solo modo le persone. Mildred, a ben vedere, è l’eroina e al contempo l’antieroina di questo film, così come Dixon, che inizia in un modo e finisce in un altro".

Il Cast - Foto Karen Di Paola

Gran parte del merito di questa riuscita combinazione di registri va - secondo Frances McDormand - proprio al regista però, anche autore dello sceneggiatura: "Questo è quello che Martin riesce a fare meglio, combinazione fantastica di umorismo e melancolia. Per un attore partire con un eccellente copione è il massimo, e qui ci troviamo di fronte ad un grande esempio di letteratura".

Per interpretare questa donna così tenace, piena di rabbia e sagace umorismo, l'attrice ha parlato "con persone che hanno subito la morte di un figlio: se muore il tuo coniuge sei vedovo, se ti muore un genitore sei orfano, ma se ti muore un figlio non esiste un termine per indicare questa condizione", dice Frances McDormand, che invece ha avuto difficoltà a trovare esempi cinematografici femminili per trarre ispirazione: "Alla fine personaggi iconici che potevano ricordare la tempra di Mildred li ho trovati quasi sempre maschili. Possiamo dire che mi sono ispirata a John Wayne… Come figura del cinema ha resistito alla prova del tempo, in Sentieri selvaggi è un razzista estremo, ma alla fine in quel film provate simpatia per lui".

Martin McDonagh - Foto Karen Di Paola

Da uno dei western classici per definizione alle sfumature di genere attuali: "Credo si possano trovare anche alcuni elementi dello spaghetti-western nel film, sono un grande fan di Sergio Leone in fin dei conti. E anche nel lavoro con la musica di Carter Burwell abbiamo provato a ricordare quei temi".

Carter Burwell che, guarda caso, aveva composto anche la colonna sonora di Fargo... Tutto torna.