“Che cos’è lo stile? La gente dovrebbe comprare più specchi”. Parola di Franca Sozzani, leggendario direttore di Vogue Italia, che s’è concessa al figlio Francesco Carrozzini per un videoritratto intimo e pubblico insieme, Franca: Chaos and Creation, inserito nella sezione Cinema nel Giardino alla 73. Mostra di Venezia.

Dalla famosa "Black Issue" alla " Plastic Surgery issue", Franca Sozzani ha sempre impugnato cover e immagini per esplorare tematiche off-limits, contribuendo a ridefinire gli attributi del concetto stesso di bellezza: attraverso interviste a Karl Lagerfeld, Jeff Koons, Bruce Weber, Baz Luhrmann, Courtney Love e molti altri, Carrozzini ci porta dietro le quinte del processo creativo di Franca, firmando una lettera d'amore di un figlio a sua madre.

“Mi ricordo di avergli chiesto, ‘ma chi farà la mia parte?’. Non avevo capito che volesse fare un documentario, e pensavo fosse una cosa privata: un’avventura iniziata come un momento di ricordi, memoria del futuro, così gli ho parlato in maniera sciolta, e mi sono anche un po’ pentita”, dice la Sozzani al Lido, mentre Francesco Carrozzini ribatte: “Si scoprono tante cose con un genitore davanti a sé, con domande che non avrei mai fatto se non in questo contesto. Si capiscono le dinamiche del rapporto, i genitori sono esseri umani che sbagliano, e ho capito di avere molto più rispetto e amore per mia madre di quanto pensassi”.

Se nel film non mancano sue battute ficcanti, quali “Mi sono sposata perché ero già vestita”, che cosa pensa di essere Franca Sozzani: angelo, guerriero, creatura di Botticelli, pantera? “Pantera di sicuro, perché ho lottato tutta la vita e me lo son guadagnato: non mi vedo angelica, è la determinazione che mi contraddistingue. Non ho voluto fare solo un bel giornale con belle gonne e cappotti, non è solo glossy, ma un giornale per lanciare altri messaggi: mi riconosco in una lottatrice”.

Dunque, la Sozzani è una donna di potere? “Non penso, non me lo sento, sono una donna che ha lavorato parecchio, mi son battuta per quel che ho creduto, ho rischiato di essere licenziata tre volte. Ci vuole anche fortuna, ma il potere lo vivi nel fatto che hai vinto esponendo le tue idee”.

Con Anna Wintour, il suo omologo a Vogue America, c’è più di una simmetria: “Abbiamo iniziato lo stesso mese, lo stesso anno, e ormai son 28 anni di lavoro. Abbiamo personalità e mercati diversi, ma la restrizione della lingua italiana per me è stato il più grande stimolo: parlare per immagini per parlare a tutti. Lei è una donna di potere, a me è sempre interessata la parte più creativa, di immagine”.

“Se Belle de jour è il film che mi ha cambiato esteticamente la vita, Catherine Deneuve ha rappresentato, anche in Repulsion di Polanski, tutto quel che mi piaceva, oggi mi piace Francois Ozon”, confessa la Sozzani.

Viceversa, Carrozzini sottolinea come “il doc non la celebra e basta, ma pone attenzione sulle rinunce fatte da mia madre per fare quel che è riuscita a fare. Ha supplito a queste rinunce con il suo lavoro e con me. Perché dovrei essere io cattivo con mia madre?”. “Lo sei stato…”, ribatte lei, che rivela alla stampa il suo segreto: “Io non drammatizzo mai, cerco di rimettermi in cuffia, non voglio farmi prender dal panico: questa per me è la leggerezza”. Ma di segreto ne ha almeno un altro, Franca Sozzani: “Quando esco, il giornale potrebbe pure bruciare: finisce il lavoro, inizia la mia vita, figlio, amici, interessi, musica, cinema”.

Conclude Carrozzini, “Tu non vuoi mai deluderla, anche i fotografi sono terrorizzati all’idea. A un primo montato del film, lei non ha riservato nemmeno disprezzo: indifferenza totale. ‘Hai fatto un film mediocre, vorrei vedere qualcosa di meglio’”.