“Mettere a norma la famiglia è un atto di arroganza estrema perché non c'è alcun tipo di analisi della realtà e dell'esistente”. Parola di Jasmine Trinca alla presentazione del film Croce e delizia di Simone Godano, che uscirà nelle sale il 28 febbraio distribuito da Warner Bros.

 

Una commedia che vede protagonisti Fabrizio Bentivoglio e Alessandro Gassmann, che all'età di cinquant'anni scoprono di essere innamorati l'uno dell'altro. L'annuncio del loro amore scardinerà gli equilibri delle rispettive famiglie e soprattutto dei loro primogeniti interpretati da Jasmine Trinca e da Filippo Scicchitano.

“Ho scritto questo film insieme a Giulia Steigerwalt e la prima difficoltà che ho incontrato è stata quella di rendere credibile questa storia tra due uomini - racconta il regista -. Mi sono tranquillizzato appena ho visto come si guardavano negli occhi Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio. Lì ho capito che avevo trovato i degni protagonisti”.

Dopo Moglie e marito Simone Godano, con il sostegno produttivo e creativo di Matteo Rovere, torna quindi dietro la macchina da presa con un film che in qualche modo continua il discorso intrapreso con la sua opera prima.

Tanti i temi trattati, dall'omosessualità, al giudizio dei figli verso i genitori, allo scontro tra due famiglie così diverse: quella di Bentivoglio snob, narcisista, eccentrica e più aperta, mentre quella di Gassmann più umile, tradizionale e conservatrice. Nel cast anche Lunetta Savino, Anna Galiena, Rosa Diletta Rossi, Giandomenico Cupaiuolo e Clara Ponsot.

“Volevo raccontare le reazioni emotive dei vari personaggi dopo aver scoperto questo amore tardivo e l'incontro tra la figlia di un intellettuale e il figlio di un pescivendolo. Mi piace che ad un certo punto entrino in ballo dei forti sentimenti all'interno di questa storia e ti dimentichi che stiamo parlando di un amore tra due uomini”, prosegue Godano, che ha ambientato tutta la storia in una villa sul litorale romano e che è riuscito a far recitare per la prima volta insieme la coppia Bentivoglio-Gassmann.

 

“Ci conosciamo da tanti anni quindi non è stato difficile trovare quest'intimità”, specifica Bentivoglio che in realtà aveva già recitato al fianco di Gassmann in una breve scena del film Gli ultimi saranno gli ultimi. Poi prosegue: “Il mio personaggio si presentava come la classica patata bollente, ma a me piacciono le patate bollenti. Il nostro lavoro deve contenere un'alta percentuale di rischio e qui c'era quello dello stereotipo e della macchietta. Abbiamo lavorato molto sulla deliziosità del personaggio perché era molto evidente il lato croce e poco quello delizia”. E Gassmann: “Io interpreto un uomo molto pacato e mi riconosco in una certa sua semplicità di pensiero. E' apparentemente senza difetti, in realtà uno ne ha: è laziale”.

Ma è stato difficile costruire dei personaggi con tanti pregiudizi per i due primogeniti? “Pensando a mio padre in una situazione simile anche io sarei rimasto sconvolto”, dice Scicchitano. E Jasmine Trinca risponde: “Documentarsi sul pregiudizio al giorno d'oggi è abbastanza immediato. Il mio personaggio ha una pregiudizievole non tanto sulla scelta d'amore del padre quanto su un padre che è stato sempre assente per lei”. L'attrice romana, che per la prima volta si è trovata con sua grande felicità ad interpretare una commedia, aggiunge: “E' stato davvero liberatorio. Tutti mi hanno sempre detto che sono seria e noiosa tanto che credevo di non essere adatta per film più divertenti. Invece nella vita sono anche buffa e sgraziata”.

L'unico immune dai pregiudizi sembra essere il figlio più piccolo di Gassmann. “I bambini stanno sempre più avanti nell'accettazione dell'altro. Il problema non sono loro, che non hanno pregiudizi, ma i genitori”, dice Fabrizio Bentivoglio.

 

E Alessandro Gassmann aggiunge: “In questo periodo storico il pregiudizio è davvero molto diffuso perché aiuta e paga quindi diventa doppiamente pericoloso”. Infine Jasmine Trinca conclude: “I bambini sono privi di sovrastrutture e filtri. Tutte cose che la società impone. Il pregiudizio implica il non dover fare un'analisi del mondo per questo va così forte”.