Si aprirà con l’anteprima italiana di Dancer, il documentario di Steven Cantor che immortala la vita e l’arte dell’enfant terrible della danza Sergei Polunin, definito dal New York Times “il ballerino più dotato della sua generazione”, la 58/ma edizione del Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, martedì 10 ottobre alle 21.30 presso il cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r).

La pellicola, che sarà successivamente distribuita nelle sale cinematografiche da Wanted, segue attraverso interviste e filmati d’archivio la straordinaria storia del prodigio della danza divenuto a soli 19 anni il più giovane primo ballerino del Royal Ballet di Londra e considerato uno dei più geniali e controversi danzatori contemporanei. “Il James Dean, il Bad Boy della danza”, come lo hanno battezzato i media inglesi in riferimento alla sua attrazione per gli eccessi autodistruttivi, emerge come un personaggio romantico e tormentato, che ha saputo rendere popolare il balletto classico grazie a un talento naturale, “aiutato” da un efficacissimo video virale, diretto da David LaChapelle, che lo vede esibirsi in una coreografia mozzafiato sulle note di “Take Me to Church” di Hozier.

Ribelle, iconoclasta, una vera e propria star, Sergei Polunin è uno dei tanti figli della povertà nell’Ucraina degli anni ‘90. Nel suo paese di origine “tutti erano poveri, nessuno aveva soldi. E quando tutti sono poveri, non senti le differenze”. Polunin è cresciuto in una famiglia che ha fatto grandi sacrifici per permettere a lui, giovanissimo e formidabile ballerino, di proseguire la sua formazione, con la speranza di un futuro migliore. Cantor svela questa parte della vita di Polunin attraverso gli innumerevoli home-video girati dalla madre, risorsa rarissima nell'epoca predigitale. L'accesso a questi materiali permette di tracciare il percorso intimo e artistico dell’artista, dalle prime piroette già all'età di otto anni al suo ingresso nella Royal Ballett Academy di Londra. E poi gli scandali, i tatuaggi, le droghe, gli abusi e, all’apice del successo, l’abbandono della prestigiosa accademia inglese per tornare trionfante sulle note trascinanti del video di LaChapelle.

Al cinema La Compagnia le attività del festival partiranno nel pomeriggio con “Effetto domino”, il focus dedicato alle derive dal potere nel mondo contemporaneo e non solo. Alle 17.30 la proiezione di Primary (USA, 1960, 60’), opera firmata da Robert Drew & Associates, il team di cineasti considerati i padri del cinema diretto, che segue i senatori americani Hubert Humphrey e John F. Kennedy durante il concorso alle Primarie del Partito Democratico nel 1960: gli anni in cui la politica si fa per le strade, stringendo mani, firmando autografi, sorridendo.

Il primo dei quattro acclamati film di Robert Drew su JFK ne cattura la presenza carismatica, la frenesia delle folle, la calma di Jackie e il carisma populista di Humphrey, rivelando per la prima volta le personalità e la politica nel corso di una campagna elettorale e fornendo un imponente sguardo sulla costruzione dell’immagine presidenziale.

 

Alle 18.30 prenderà il via “Il metodo della contemplazione: il cinema di Kazuhiro Soda”, l’omaggio dedicato al maestro del documentario giapponese che sarà ospite della manifestazione per tutta la sua durata, in collaborazione con Life Beyond Tourism e Centro Congressi al Duomo. Si rimane in tema di elezioni con Campaign (USA/Giappone, 2007, 120’), in cui il regista segue la caldissima campagna elettorale a Kawasaki cercando di capire se un candidato privo di esperienza e carisma può arrivare a vincere le elezioni solo perché sostenuto da un gigante politico: il primo ministro Koizumi.