“Quando ho ricevuto la sceneggiatura, ho capito subito che si trattava di una storia incredibile. Era dal 2009, dai tempi di Samson and Delilah che non facevo un film. Dopo quel grande successo, pensavo che il mio lavoro successivo sarebbe stato un flop, così tutti si sarebbero resi conto che non ero poi così bravo. Sweet Country mi ha convinto a tornare dietro la macchina da presa”. Così il regista Warwick Thornton presenta Sweet Country, in Concorso alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Warwick Thornton - Foto Karen Di Paola

“In Australia c’è sempre stato un problema nei rapporti tra bianchi e aborigeni. Il film riflette la genesi di questo dramma. Si tratta della schiavitù, ovvero di tutte quelle persone che lavoravano la terra senza essere pagati. In condizioni diverse, capita anche adesso. Gli effetti di quel periodo si sentono ancora oggi”, spiega Thornton.

Sweet Country è un western ambientato nell’Outback. Sam è un aborigeno che lavora con la sua famiglia nella fattoria di Fred, un uomo veramente onesto, forse l’unico a Black Hill. Un giorno Harry, un tormentato reduce di guerra, si trasferisce nella proprietà vicina. Iniziano i soprusi, fino a quando Sam spara a Harry.

“La nostra Storia veniva inizialmente tramandata a voce, poi sono arrivati i libri. È molto importante ricordarsi chi siamo e non perdere la nostra eredità culturale. Noi registi siamo i poeti di questo tempo, e cerchiamo di condividere quello che conosciamo con i mezzi e il linguaggio di oggi”. Il tema delle proprie origini è centrale in Sweet Country e viene ribadito con le parole che il vecchio Archie dice al piccolo Philomac verso la metà del film.

Poi Thornton prosegue: “Chi siamo? Da dove veniamo? Volevamo interrogarci anche su questo. Bisogna imparare dal passato per guardare al futuro con più consapevolezza. In Sweet Country i protagonisti ricordano quello che è successo e poi pensano anche a come vorrebbero che andassero le cose. La vita è un’avventura complessa”.

Anche l’attore Bryan Brown è entusiasta del film: “Quando ho letto questa grande narrazione drammatica ho capito che non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione. Non si parla solo del contrasto tra bianchi e neri d’Australia. Ci sono altri temi, come il ritorno dalla guerra e il condurre una vita isolata. Non mi ha preoccupato il mio ruolo. A volte capita di dover fare i cattivi”.

Sam Neill - Foto Karen Di Paola

Sam Neill, che nel film interpreta Fred, non può credere che “siano passati nove anni da Samson and Delilah. Penso che sia una delle più belle storie australiane mai raccontate. Il mio personaggio mi ha intrigato molto. È un bianco che tratta gli aborigeni in modo normale. Lui crede nell’uguaglianza. Mi colpisce molto che gli indigeni abbiano ottenuto il diritto di voto solo nel 1967”.