Sono stati resi noti i dati del Cinema e dell’Audiovisivo italiano 2015 curati della Dg Cinema e dall'ANICA. Ecco per punti gli elementi salienti

Sui film prodotti

Dal punto di vista dei volumi e dei valori della produzione, si osservano leggere oscillazioni rispetto agli anni precedenti.

Sul fronte del numero di film prodotti, si rileva un lieve calo del numero di film prodotti (ovvero che hanno ottenuto il visto censura nell’anno): 185 rispetto ai 201 del 2014. In termini percentuali, tuttavia, tra i film prodotti, pesano lievemente di più quelli che rientrano nella nuova categoria dei film ammissibili (che hanno presentato la DIL) che costituiscono il 76% dei titoli (141 film) rispetto al 73% del 2014 (147 film). Anche la quota dei film di iniziativa italiana (film italiani e coproduzioni maggioritarie) è in lieve aumento sul totale dei film prodotti: il 72% del totale con 135 film, rispetto al 69% del 2014 con 140 film.

A fronte del calo del numero di film, aumenta invece il valore del costo totale della produzione: 338,8M € nel 2015 contro i 319,5 dell’anno precedente. Anche il valore delle coproduzioni aumenta

e nel 2015 ammonta a 63,6M € contro i 53,1 del 2014. Il segmento delle coproduzioni dimostra segnali di crescita: nel 2015, rispetto all’anno precedente, aumenta il numero delle coproduzioni da 21 a 28 e aumenta il numero di paesi partner, da 11 a 19, sempre con una grande preponderanza delle partnership con la Francia. Resta particolarmente modesto il numero delle coproduzioni minoritarie: 6 su 28 nel 2015.

Sui film ammissibili di iniziativa italiana

Il costo medio complessivo dei film d’iniziativa italiana prodotti nel 2015 supera i 2M € ed è in leggero aumento rispetto al dato dell’anno procedente di 1,9M €. È invariata la percentuale, 60%,

dei film con costo di produzione inferiore a 1,5M €. I film ad alto budget, ovvero con costo superiore a 3,5M €, sono stati 29 nel 2015 (25 nel 2014), con un costo medio di 5,8 milioni.

Andando ad osservare la composizione delle voci che costituiscono il valore complessivo della produzione di film di iniziativa italiana, è in netto aumento la quota degli investitori esterni per apporti su cui è stato chiesto il tax credit, che sfiora il 30% del budget totale. È in aumento anche il tax credit interno, che copre circa il 13% dei costi totali. I contributi statali diretti costituiscono complessivamente circa l’8% della torta. I fondi regionali pesano per circa il 4%, mentre quelli sovranazionali superano di poco l’1% del totale. Il contributo pubblico statale complessivo (diretto e indiretto) pesa per il 20% a cui va aggiunta la quota di credito che lo Stato riconosce agli esterni che investono nella produzione e che assorbe circa il 12% dei costi totali portando quindi l’intervento statale al 32% dei costi di produzione dei film di iniziativa italiana.

Sui film ammissibili

Dei 141 film ammissibili prodotti nel 2015, 35 lungometraggi di Interesse Culturale hanno ottenuto un contributo nazionale alla produzione per un ammontare complessivo che raggiunge quasi i

14M €. Sono 37 le Opere Prime e Seconde prodotte nel 2015 che hanno ottenuto un sostegno complessivo pari a circa 7M €. Rispetto al 2014, è aumentato il numero di Opere Prime e Seconde prodotte grazie al sostegno statale e si è mantenuto costante quello dei lungometraggi di Interesse Culturale, sebbene il contributo per i film prodotti nel 2015 sia in leggera diminuzione rispetto a quello deliberato a favore dei film prodotti nell’anno precedente. I contributi sovranazionali deliberati a favore dei film ammissibili prodotti nel 2015 si mantengono costanti rispetto all’anno precedente. In relazione al contributo di Europa Creativa - Sottoprogramma MEDIA, restano identici sia il numero di film che il contributo deliberato, mentre si registra un lieve aumento se si considera il Fondo Eurimages, con il quale sono state sostenute 9 coproduzioni per un ammontare di circa 3M €.

Tra i film ammissibili nel 2015, si è registrato un aumento nel numero di progetti per i quali è stato richiesto il tax credit per gli investitori esterni al settore e il tax credit per la distribuzione. Resta invece stabile il numero di film con richiesta di tax credit per la produzione. Per questi ultimi, si conferma la maggior adesione alla misura per i film con budget medio-alti. Tutti i film di iniziativa italiana con costi superiori a 1,5M € hanno richiesto il credito per la produzione. La percentuale scende nel caso di opere con costo tra i 200K € e 1,5 M€ e precipita a solo un terzo dei film low budget (sotto i 200K €).

Il tax credit dedicato alle produzioni estere realizzate in Italia subisce una leggera flessione nel numero di film che passano da 30 nel 2014 a 24 nel 2015, ma comunque con cifre molto più alte dei primi 5 anni di applicazione, e vede aumentare leggermente il numero di paesi di provenienza delle società committenti.

Sui film in lavorazione

Riguardo ai film ancora in lavorazione, che quindi non rientrano tra i film prodotti precedentemente analizzati, la Direzione Generale Cinema, nel 2015, ha deliberato contributi alla produzione per 43 lungometraggi di Interesse Culturale per un ammontare complessivo di 14,5M € e ha sostenuto 22 Opere Prime e Seconde con 3M €. Inoltre, è stato deliberato un contributo complessivo pari a 900K € per 36 cortometraggi e un sostegno pari a 450K € per lo sviluppo di 23 progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali. Nel 2015, inoltre, sono state stanziate risorse aggiuntive per i “film realizzati da giovani autori” (i cosiddetti Under 35), ovvero una categoria trasversale ai progetti di lungometraggio di Interesse Culturale, alle Opere Prime e Seconde e ai cortometraggi. Questa dotazione ha permesso di sostenere, oltre a quelli già menzionati, ulteriori progetti. Nello specifico, sono stati sostenuti 3 lungometraggi di Interesse Culturale per un ammontare pari a 900K € e 21 Opere Prime e Seconde per una cifra di poco superiore ai 4M €. Includendo nel calcolo anche i film Under 35, la Direzione Generale Cinema ha sostenuto nel 2015 un numero di lungometraggi di Interesse Culturale e di Opere Prime e Seconde maggiore rispetto al 2014.

Sostegni diretti e indiretti al settore

Nel complesso, lo Stato interviene nel cinema e nell’audiovisivo sia con sostegni diretti deliberati a favore della produzione, della distribuzione, dell’esercizio, della promozione e degli enti di settore sia con le varie tipologie di credito d’imposta per le opere cinematografiche e per le opere audiovisive.

Analizzando tutti i sostegni diretti deliberati e tutti i crediti di imposta utilizzati nel periodo 2010-2015, si osserva come le agevolazioni fiscali siano andate crescendo progressivamente, con un picco nel 2015, determinato anche dall’estensione della misura ai produttori audiovisivi indipendenti. Nel 2015 si evidenzia anche l’aumento dei sostegni diretti - in controtendenza con il trend degli ultimi anni – che ha toccato l’ammontare dei contributi deliberati più alto nel periodo esaminato. In totale nel 2015, lo stato è intervenuto nel settore cinematografico e audiovisivo con 266M €, il 31% in più dei 203M € del 2014 e quasi il 70% in più rispetto al 2010.

Sono state 104 le opere ritenute ammissibili nel 2015, primo anno di applicazione delle norme che hanno esteso il tax credit alla produzione audiovisiva non cinematografica. Soltanto 9 progetti vedono come destinazione primaria la piattaforma web, mentre la gran parte dei titoli (95) è rivolta ad una primaria distribuzione televisiva. Prendendo in considerazione il genere si osserva una netta prevalenza di progetti di fiction (84) rispetto a documentari (13) e animazione (7). Il credito totale richiesto è stato pari a 54,2M € per un totale di investimenti complessivi pari a poco meno di 360M €. Guardando al numero di episodi emerge come circa il 60% dei progetti ha riguardato film tv e mini-serie fino a 8 episodi. Il 70% delle opere ha un costo tra i 7mila e i 30K € al minuto. Di particolare interesse ai fini della valutazione del grado di titolarità dei diritti da parte delle case di produzione, i dati sulle differenti tipologie di contratto che indicano una prevalenza di coproduzioni (42) e preacquisti (26) che complessivamente assorbono il 65% dei progetti considerati, cui si affiancano altre forme quali le cosiddette opere “prevalentemente finanziate” e quelle in licenza di prodotto.

CINEMA IN TV

Intera giornata e prima serata

Nel 2015 le sette emittenti generaliste (considerando ancora tali solo quelle che corrispondono ai primi 7 tasti del telecomando) hanno trasmesso complessivamente 3.430 titoli nell’intera giornata, per un totale di 3.887 passaggi, con una riduzione di circa il 5 per cento rispetto al 2014, per lo più attribuibile a una diminuzione di cinema europeo, parzialmente compensata da un aumento di cinema americano.

Sul fronte della nazionalità dei film inseriti nei palinsesti delle tv generaliste, infatti, quasi la metà (47%) è di produzione americana, mentre la quota dei film italiani, incluse le coproduzioni, raggiunge il 38% dell’offerta. Approfondendo per gruppo e per rete, Mediaset si conferma l’editore tv che fa il maggiore ricorso al cinema per la propria programmazione generalista, con il 60% dei passaggi totali. I titoli unici italiani complessivamente trasmessi da tutte le reti sono stati 1.272, con Rete 4 che stacca tutte le altre con oltre il 34% dell’offerta, seguita da Rai Tre, con il 25% del totale film italiani e da Italia 1 con il 15%, in una configurazione ormai consolidata nel tempo.

Contraddetta invece da quanto avviene in prima serata: un brusco calo nell’offerta di cinema italiano su Canale 5 e Rai 3 praticamente dimezza nel 2015 i valori rispetto all’anno precedente mentre, all’inverso, Rai 1 più che raddoppia e Italia 1 quasi il numero dei film nazionali collocati nella principale fascia pregiata. Considerando i target tipici delle 4 reti considerate (piuttosto stabili invece Rai 2, La 7 e Rete 4), sembra che il 2015 sia stato un momento di apparente ricalibratura della linea editoriale rispetto all’offerta di cinema italiano in prime time. Che si conclude comunque con una diminuzione del totale titoli unici per prime serate al numero di 140, riportandolo ai valori 2012, ma auspicabilmente anche a una maggiore attenzione verso una migliore programmazione per rete, ipotesi tutta da confermare nel 2016.

Altro dato di reale interesse per il 2015 riguarda il focus sulla trasmissione di film italiani prodotti negli ultimi 5 anni, ovvero dal 2011 al 2015. Come noto, si tratta delle prime messe in onda su reti free di film che hanno concluso le precedenti fasi di sfruttamento: sala, home entertainment (fisico e digitale), pay per view, pay tv. Pertanto gli anni di produzione maggiormente rappresentati vanno dal 2011 al 2013, con alcune interessanti incursioni in fasce di minore ascolto (mattina e notte) di film del 2014 e del 2015 (prevalentemente documentari).

Nell’intera giornata sono in totale 112 i passaggi di film italiani recenti su cinque delle sette reti generaliste, con esclusione di Rete 4 e la 7. Il 75% dei passaggi (84) è rilevato sulle reti Rai, con Rai 2 in testa (48 passaggi), seguita da Rai 1 e Rai 3 alla pari (18 titoli). Canale 5 decisamente assorbe la maggior parte dell’offerta Mediaset (24 su 28 passaggi). In prima serata, coerentemente con la missione dei canali, l’offerta di film italiani recenti si concentra sulle due ammiraglie dei principali gruppi, Canale 5 e Rai 1, con rispettivamente 13 e 11 serate, che pesano insieme per il 70% dei 34 passaggi totali. Rai 3, Italia 1 e Rai2 si dividono i restanti 10.

La prima serata non è comunque la fascia oraria preferita dagli editori per la programmazione di film: la fascia più frequentata resta quella notturna, che raccoglie circa i due terzi della programmazione cinematografica complessiva, così come i film più datati (prodotti tra il 1950 e il 1979) assorbono la metà dell’intera programmazione di cinema italiano sulle principali reti.

I titoli di maggiore audience sulle tv generaliste nel 2015 rispecchiano i risultati degli stessi film programmati nelle sale cinematografiche negli anni precedenti (prodotti dal 2012 in poi), con l’eccezione di un grande classico dei film d’archivio, l’evergreen Pretty Woman (1990). Campione di audience è stato Checco Zalone con Sole a Catinelle (film che nel 2013 aveva fatto registrare il record degli incassi sala) su Canale 5. Otto dei dieci migliori ascolti (tra 4 e 5 milioni di individui) sono registrati da film italiani, stessa proporzione che si registra nella distribuzione dei top 10 tra Rai 1 (8 migliori ascolti) e Canale 5 (che conquista il primo e il decimo posto). Ordinando i risultati per share, nella top 10 entrano invece diversi interessanti titoli di coproduzione internazionale, segno di una scelta di programmazione in serate a più bassa competizione (share tra 17 e 21%).

Multipiattaforma

Per quanto riguarda i canali satellitari, Sky si conferma come nel 2014 l’unico interlocutore (tra gli editori monitorati da Auditel) per il cinema nell’universo dei canali distribuiti su questa piattaforma, con oltre 2.000 titoli unici trasmessi e quasi 50.000 passaggi. Il 64% dei passaggi riguarda film di produzione o coproduzione americana, mentre i film di produzione e coproduzione italiana raccolgono il 21% dell’offerta satellitare. Sia per passaggi che per i titoli unici si registrano aumenti relativi, rispetto al 2014, per i film di tutte le nazionalità.

Sul fronte dei canali multipiattaforma (monitorati da Auditel), l’editore più impegnato nella trasmissione di cinema è Rai, con i tre canali Rai 4 Rai 5 e soprattutto Rai Movie, che nel 2015 ha inserito in palinsesto ben 4.521 passaggi di film. Al secondo posto nella classifica degli editori di canali multipiattaforma per passaggi si colloca Mediaset, la cui offerta si divide fra i canali Iris (con ben 3.508 passaggi di film), La5, Italia 2 e Top Crime. Dal punto di vista della varietà di titoli, la classifica si inverte, con Mediaset al primo posto per titoli unici sia sul cinema in generale sia su quello italiano (1.143 film contro gli 829 di Rai).

Distribuzione cinematografica

Il mercato della distribuzione di film in sala cinematografica nel 2015 si è ripreso rispetto agli anni precedenti, facendo registrare un incremento dei risultati al botteghino di circa l’11% rispetto all’anno precedente, mentre in riferimento al numero di biglietti venduti la crescita è stata del 9%. Lo scarto fra i due valori è evidentemente dovuto al leggero aumento del prezzo medio del biglietto.

Secondo la fonte Cinetel, quindi, la spesa del pubblico in sala nell’anno 2015 è stata di circa 637 milioni di euro, per 99 milioni di biglietti venduti, il terzo miglior risultato degli ultimi 10 anni. Decisamente al di sotto della media del mercato il dato di pubblico in sala per i film italiani, i quali, anche a causa dell’assenza di fenomeni eccezionali, che negli anni precedenti avevano dominato il botteghino, ha visto nel 2015 una flessione complessiva di circa il 16% rispetto all’anno precedente, sia sul fronte del box office che su quello delle presenze registrate. Il cinema italiano, quindi, includendo le coproduzioni, l’anno scorso ha incassato in sala 132 milioni di euro per 21 milioni di biglietti venduti. La quota di mercato nazionale scende quindi al 20,7% sul fronte degli incassi e al 21,3% sul fronte delle presenze, perdendo in entrambi i casi circa 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente (in questo caso, il peggior risultato degli ultimi 10 anni).

I primi mesi del 2016 hanno visto una significativa inversione di tendenza per il cinema italiano, che, trainato nuovamente da titoli forti che hanno aggiornato i record di incasso, nel primo trimestre ha raggiunto il 46% di quota di mercato, quasi triplicando gli incassi del 2015 e quasi raddoppiando quelli 2014. Una delle aree di auspicabile miglioramento, attualmente la più critica per il prodotto cinematografico nazionale, è quella che riguarda la cosiddetta “stagionalità”, ovvero la disomogeneità del risultato complessivo al botteghino tra i diversi mesi dell’anno. Il 2015 ha visto il peggior mese di maggio e di luglio dell’ultimo triennio e un autunno discontinuo che non ha consentito di recuperare il deficit accumulato. I mesi estivi storicamente sono più scarsi in termini sia di risultati sia di attrattività dei prodotti distribuiti, mentre si assiste a picchi positivi nei mesi invernali, con la connessa problematica dell’eccessivo numero di film forti che escono contemporaneamente e rischiano di non essere sfruttati al massimo delle loro potenzialità. Il tema della programmazione nell’arco dell’anno è uno dei principali colli di bottiglia del mercato e su questo fronte è sempre aperta la discussione fra le categorie della produzione, della distribuzione e dell’esercizio.

Anche dal punto di vista territoriale non muta per il mercato cinematografico nazionale una importante disomogeneità fra aree regionali: le regioni del Centro-Nord sono decisamente più servite da sale e multisale, offrendo una programmazione più ampia, sia nei centri urbani che nelle aree periferiche. Mentre il Sud e le isole denunciano un’importante insufficienza di infrastrutture, con evidenti conseguenze in termini di box office e biglietti venduti. La Lombardia, in termini assoluti, è la regione che raccoglie la quota più significativa degli incassi, circa il 20% dell’intero mercato nazionale e il 15% degli schermi, mentre la regione fanalino di coda è la Sardegna, con il 2% degli schermi italiani e l’1,7% degli incassi. La Lombardia è anche la zona che mostra maggiore redditività per schermo: a fronte di una media nazionale di 190mila euro di box office per schermo, l’agenzia regionale lombarda registra di gran lunga il valore più alto, 253mila euro, seguita da quella del Veneto (209mila) e del Lazio (205mila).