“È necessario un rinnovamento cinematografico nei confronti dei gusti dei giovani, dei nuovi spettatori”. Sono queste le parole di Luigi Cuciniello (Presidente Anec) con cui è stato introdotto il Rapporto Giovani dal titolo Giovani e grande schermo: il cinema italiano non piace ai giovani.

L’analisi, iniziata circa sei mesi fa, è stata curata dall’Istituto Toniolo, che ha colto l’invito d’indagine mosso da Fondazione Ente dello Spettacolo, in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo. Il Rapporto, anticipato durante la 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, è stato presentato a Roma durante la 10. Festa del Cinema. L’incontro, che ha avuto come moderatore Bruno Zambardino (docente di Economia dei media presso La Sapienza di Roma), ha visto coinvolti Cuciniello, don Davide Milani (Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo) e la Dott.ssa Rita Bichi (docente di Sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano). Quest’ultima ha illustrato i risultati del Rapporto, fornendo la percezione che gli stessi hanno del cinema.

“1.660 ragazzi italiani tra i 19 e i 30 anni. Sono loro i Millennials. Una generazione diversa, che è nata e ha vissuto la digitalizzazione che ha inevitabilmente determinato un tipo di attenzione precisa verso il cinema”, ha affermato la Dott.ssa Bichi prima di illustrare e spiegare i grafici che riportano numeri significativi su cui dovrebbe riflettere l’intera “macchina cinema” italiana. I primi dati riguardano ciò che i giovani hanno a disposizione per la visione privata dei film. C’è una notevole differenza tra Nord e Sud, e nel meridione c’è una prevalenza di giovani che in generale vede un numero superiore di film. Il mezzo più utilizzato per la fruizione è la televisione generalista e solo dopo internet. A vedere più film sono i giovani fino ai 25 anni e i mezzi che prediligono sono quelli ad accesso free. Sono gli stessi che in futuro immaginano di utilizzare di più la rete ma anche la sala cinematografica, in prospettiva di una propria indipendenza economica. Il genere preferito è la commedia che prevale con il 25,71% rispetto a tutti gli altri (thriller, avventura, fantasy, comico, horror, sentimentale). Mentre il 33,61% scegli film italiani e il 61,49% titoli americani o le grandi produzioni che dominano gli incassi.

Secondo il Rapporto, il cinema italiano è preferito da chi ha un titolo di studio più basso, ma in ogni caso la scelta del film avviene per lo più su internet, attraverso blog e testate online. E alla domanda, cosa fa la differenza in un film, gli intervistati hanno risposto: la trama. La storia è ancora importante per il 60% del pubblico giovane, segue il cast artistico. Ma quanti film vedono i giovani durante la settimana? Il 52,26% più di uno, il 16,01 % una media di uno o due al giorno, 23,71% uno al dì, il 7,72% nessuno. Chi va di più al cinema è invece quella fascia di ragazzi che studiano e lavorano. Da questi dati è possibile notare che a frequentare le sale cinematografiche sono i giovani che hanno a disposizione risorse economiche o reddito.

Secondo quanto dimostrato dal Rapporto, i giovani italiani vanno al cinema e sanno cosa vogliono vedere. Il calo degli incassi di del botteghino è dovuto tanto alle storie quanto ai prezzi dei biglietti. “C’è la necessità di promuovere la cultura cinematografica tra i più giovani partendo dalle scuole. Un’educazione che non può limitarsi alla singola proiezione”, ha concluso don Davide Milani.