La 52 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, in corso dal primo luglio, a Pesaro, ha introdotto la giornata di ieri, giovedì 7 luglio, con la tavola rotonda CRITOFILM. CINEMA CHE PENSA IL CINEMA.

L’incontro, svoltosi alla presenza di diversi ospiti, introdotti da Pedro Armocida e moderati dal curatore dell’omonima sezione del Festival Adriano Aprà, si è posto come anello di congiunzione tra la retrospettiva in corso, l’incontro dedicato ai film essay e ai video-saggi e la pubblicazione del primo ebook a cura della Mostra, con contributi italiani e stranieri, dedicato al genere ‘critofilm’.

Al via ieri anche la rassegna dedicata al cinema russo, con particolare attenzione agli sguardi femminili, come da titolo della sezione, esordienti. Primo film ad essere proiettato è stato Cajki/The Gulls di Ella Manzeeva, film incentrato sulla difficile decisione di una donna intenzionata a lasciare suo marito, ma che fatica a trovare il coraggio. La morte improvvisa dell’uomo, indurrà la donna in un vortice di riflessioni sulla vita, la felicità e la libertà.

E’ proseguito l’omaggio all’ospite Tariq Teguia, alla presenza del regista, così come ha avuto seguito, per la sezione Romanzo popolare, l’analisi sull’evoluzione del genere noir in Italia, introdotta con Milano calibro 9 di Di Leo (1972) per arrivare a Suburra di Stefano Sollima (2015).

La giornata di ieri ha poi dato spazio al cineasta dedito al formato Super8 Giuseppe Baresi, che ha introdotto e commentato una selezione di diari filmati, appunti di viaggio e taccuini visivi rigorosamente girati nel formato di cui sopra. Si sono susseguite, presso la Sala Pasolini, le proiezioni dei lavori selezionati per la sezione non competitiva Satellite e dei Critofilm.

A conclusione della giornata, in Piazza del Popolo, è stato proiettato il film in concorso A cidade onde envelheço/ Where i grow old di Marìlia Rocha (Brasile/ Portogallo, 2016): “Il film nasce dopo aver conosciuto un’ immigrata portoghese, poi divenuta la protagonista del film, trasferitasi nella mia città, in Brasile. Il Portogallo viveva una forte crisi e molti abitanti si sono spostati in Brasile. La forte relazione tra questi due Paesi, sostanzialmente molto differenti, mi ha sempre colpito, a tal punto da volerla mettere in scena”, ha dichiarato la regista brasiliana ospite del Festival.