“Clara è un monito contro la misoginia e lo sciovinismo imperante in Brasile come altrove”.

Parola del cineasta brasiliano Kleber Mendonça Filho, che il 15 dicembre porta nelle nostre sale con Teodora Aquarius, già applaudito in Concorso all’ultimo festival di Cannes.

Clara, interpretata da Sonia Braga (Dona Flor e i suoi due mariti, Il bacio della donna ragno), è una 65enne, vedova e critica musicale in pensione, cresciuta in un’agiata famiglia di Recife: è l’ultima condomina di un originale complesso residenziale costruito negli anni ’40 e affacciato su Avenida Boa Viagem, tutti i rimanenti appartamenti sono stati acquistati da una società di palazzinari intesi a radere al suolo l’area per costruire ex novo, ma Clara non cede…

Già giornalista e critico cinematografico per 13 anni, Kleber Mendonça Filho ha deciso di fare di Clara una critica musicale perché “è un mestiere che conosco e, soprattutto, volevo un personaggio, una persona intesa a comprendere la cultura e il mondo. Oggi un critico viene accusato, attaccato perché intellettuale, richiesto di ‘come paghi le bollette?’, ma per me occupa una posizione fondamentale: non si tratta di idioti presuntuosi, checché ne dicano”.

Ma le analogie tra arte e vita non finiscono qui: “Mia madre è morta a 54 anni, dopo aver dato a me e mio fratello un background molto personale. Era una donna forte, piena di amore e di vita: Clara è la proiezione di quel che sarebbe stata lei a 65, 70 anni”, aggiunge Kleber Mendonça Filho.

“Mi piace mostrare la vita in modo artistico”, dice il regista, sottolineando come “sebbene le scene di sesso durino solo un minuto e 20 secondi su due ore e 24 minuti mi facciano sempre domande sul sesso: così come una sua ava ne ha una memoria salutare, Clara lo vive senza malattia, psicosi né imbarazzo, come del resto appartiene anche a me. Non si sente colpevole, non viene stuprata, né si ammala: il sesso qual è, un fatto normale”.