E' morto questa notte a Los Angeles Dino De Laurentiis. Il grande produttore, nato a Torre Annunziata nel 1919, aveva 91 anni.
Al termine degli studi di ragioneria si trasferisce a Roma per frequentare il corso di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia. Inizia come comparsa e trovarobe poi, nel 1938, riesce a interpretare un piccolo ruolo in L'orologio a cucù di Camillo Mastrocinque, cui seguono nel 1939 Piccolo Hotel, Batticuore, Grandi Magazzini. Intanto nel 1940 in Troppo tardi t'ho conosciuta già si occupa di produzione. Nel 1942, convocato dal musicologo Guido Maggiorino Gatti, direttore della Lux Film di Roma, viene assunto a stipendio mensile come produttore esecutivo della società presieduta da Riccardo Gualino. Organizza le riprese di Malombra in Valsolda e le riprese a Cinecittà di Zazà, di Renato Castellani, ma durante la lavorazione a Cervinia e Cinecittà di La donna della montagna, viene richiamato alle armi con destinazione Croazia. Si ferma invece a Trieste per organizzare spettacoli per le truppe e l'8 settembre del 1943, alla notizia dell'armistizio, è coinvolto nella precipitosa ritirata da Trieste dell'esercito italiano e dopo varie vicissitudini arriva a Roma da dove fugge in compagnia di Mario Soldati, che racconterà l'avventura nel libro "Fuga in Italia" del 1947. Riuscirà poi fortunosamente a raggiungere la famiglia paterna sfollata a Torella dei Lombardi, il paese dell'Irpinia dal quale provengono i De Laurentiis che viene liberato dagli americani. Mentre a Napoli scoppia l'insurrezione contro i tedeschi poi chiamata "le Quattro giornate" arrivano a Torella lo scrittore Leo Longanesi, il giornalista Steno ovvero Stefano Vanzina e il regista Riccardo Freda. Viaggiando con un salvacondotto americano, Dino con Steno, Freda e Longanesi arriva a Capri, da poco in mani alleate, divenuta un campo di riposo per gli aviatori americani cui i quattro, per sopravvivere, riescono a vendere a un dollaro una le bottigliette di ginger-ale riempite di acqua delle Grotta Azzurra.
Al rientro a Roma nell'ottobre del 1944, davanti al cinema Quirinetta che proietta film in versione originale, conosce Bianca Maria De Paolis, irrequieta figlia di un direttore di Banca, che il 16 dicembre del 1945 sposerà a Torino dove con il nuovo socio Luigi Rovere, sta producendo Il bandito. Regista è Alberto Lattuada che gli farà anche da testimone di nozze, ma il matrimonio non è destinato a durare e terminerà nel 1947 con un divorzio in Svizzera e, infine, con l'anullamento dalla Sacra Rota nel 1966. Nel novembre del 1947 Dino si separa dal socio Rovere, fonda la Dino de Laurentiis e la Lux gli affida Riso amaro, il film che farà conoscere nel mondo il suo nome e gli farà conoscere la sua futura moglie, Silvana Mangano che sposerà civilmente a Roma il 17 luglio del 1949. Insieme avranno quattro figli, Veronica (13 gennaio 1950), Raffaella (28 giugno 1952) l'unica a seguire le orme del padre, Federico (29 gennaio 1955) che perirà in un incidente aereo in Alaska il 15 luglio 1981 e Francesca (10 maggio 1961). Nonostante ciò il loro matrimonio non è felice e terminerà con la richiesta di divorzio da parte di Dino a settembre del 1987 e con la morte di Silvana a Madrid il 16 dicembre 1989. Intanto Dino ha già avuto dalla nuova compagna Martha Schumacher, nata a Lancaster (Pennsylvania) il 10 luglio 1954, la figlia Carolyna (26 febbraio 1988). Nel 1990 i due si sposeranno il 7 aprile e il 21 settembre nascerà la figlia Dina. Questo per quanto riguarda la sua vita personale. La sua carriera come produttore lo ha portato a ricevere il Premio Thalberg alla carriera nella notte degli Oscar 2001, il Leone d'oro alla carriera alla 60ma Mostra del Cinema di Venezia nel 2003 e due Oscar con i film di Fellini La strada e Le notti di Cabiria. In più di sessanta anni di lavoro ha prodotto circa 500 film di cui circa 200 direttamente, tra cui, in società con Carlo Ponti, Europa '51 (1952) di Roberto Rossellini, L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica, La strada (1954) e "Le notti di Cabiria" (1957) di Federico Fellini, Guerra e Pace (1956) di King Vidor. Sciolta la Ponti-De Laurentiis ha prodotto tra gli altri La grande guerra (1959) di Mario Monicelli, La dolce vita (1960) di Fellini, La Bibbia (1966) di John Huston. Poi, negli anni Settanta, giudicando la legge Corona troppo limitativa dell'autonomia del produttore, si trasferisce negli Stati Uniti dove produce film come Serpico (1973) di Sidney Lumet, I tre giorni del condor (1975) di Sydney Pollack, King Kong (1976) di John Guillermin, Buffalo Bill e gli indiani (1976) di Robert Altman, L'uovo del serpente (1977) di Ingmar Bergman, Flash Gordon (1980) di Mike Hodges, Velluto Blu (1986) di David Lynch, Conan il Barbaro (1982) di John Milius. E' uno dei pochi produttori capaci di creare kolossal e anche film d'autore. Associa alla produzione cinematografica capacità imprenditoriali per cui nel 1962 posa la prima pietra di Dinocittà al chilometro 23 della Via Pontina - che funzionerà da gennaio 1964 a giugno 1972 - e nel 1978 inaugura il Luxury Hotel Complex a Bora Bora dove gira il film Hurricane. Nel 1984 inaugura il Ddl Foodshow a Los Angeles e a Wilmington gli studios della North Carolina Film Corporation. E' diventato cittadino americano nel 1986. Nel 1999 la figlia Raffaella per i suoi ottanta anni gli ha dedicato il libro "Messages of Love", un'edizione limitata non in vendita, con foto e dediche di amici, colleghi e parenti e nel 2001 Tullio Kezich e Alessandra Levantesi hanno scritto la sua biografia "Dino - De Laurentiis, la vita e i film" (Feltrinelli).
Nell'estate del 2009, in occasione di un'intervista rilasciata a La Rivista del Cinematografo per i suoi 90 anni, Dino De Laurentiis aveva annunciato che era già stato siglato l'accordo con la New Line per la trasposizione sul grande schermo della serie tv Mac Gyver, progetto avviato dalla moglie Martha e dalla figlia Raffaella, con Dino produttore esecutivo.