E' stato un triste risveglio, quello di questa mattina. E' arrivata infatti la notizia della morte di Maria Pia Fusco, grande firma di Repubblica, quotidiano per il quale ha scritto in oltre 40 anni di carriera.

Nata l'8 luglio 1939, Maria Pia Fusco (77 anni) è stata per oltre trent'anni una delle firme più autorevoli del quotidiano La Repubblica, per il quale ha seguito da inviata i più importanti appuntamenti cinematografici, dal Festival di Cannes alla Mostra di Venezia, dalla Berlinale agli EFA agli Oscar. Dopo l'esordio in Rai con il programma radiofonico Il signore delle 13, con Enzo Tortora, negli anni '70 si trasferisce a Londra, dove conosce e frequenta - tra gli altri - lo scenografo Ken Adam, Stanley Kubrick, Roman Polanski, Sean Connery: in Inghilterra, e poi al suo ritorno in Italia, scrive numerose sceneggiatore, spesso con l'amico Ennio De Concini (da Barbablù di Edward Dmytryck a Gli ultimi 10 giorni di Hitler dello stesso De Concini, da Salon Kitty di Tinto Brass a Sturmtruppen di Salvatore Samperi, senza dimenticare il Paganini scritto con e per Polanski ma mai realizzato), firmando anche titoli che le assicurano - come ricordava divertita - una fama duratura presso il pubblico soprattutto maschile, come la saga erotica di Emanuelle.

Negli stessi anni, e per tutta la vita, affianca alla passione cinematografica la militanza femminista nelle file del PCI, sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti civili.

Per La Repubblica ha intervistato i nomi più importanti del cinema mondiale, senza mai far mancare la sua attenzione e il suo sostegno anche agli esordienti e al cinema più "ostinatamente" d'autore: quello per cui - come amava scherzare - "al Barberini schiodano le sedie", ma che grazie anche al suo impegno è riuscito a raggiungere un pubblico più grande e che - come il cinema tutto - le deve più di qualcosa.

Tutta la redazione de La Rivista del Cinematografo e Cinematografo.it la ricorda con enorme stima, affetto e simpatia. Ciao Maria Pia.