Valentino: The Last Emperor

3/5
La vita e l'opera del celebre couturier nel doc di Tyrnauer. Che tenta la strada verso gli Oscar

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USA 2008
La vita e l'opera del celebre creatore di moda Valentino, in una biografia autorizzata. Matt Tyrnauer, giornalista di Vanity Fair e autore del documentario, ha seguito Valentino per due anni e attraverso filmati d'epoca delle dive che hanno indossato le creazioni dello stilista, che ha dato l'addio alla moda a gennaio del 2008, ha inteso ripercorrere la sua storia, quella della sartoria e i grandi avvenimenti di cui è stato protagonista.
SCHEDA FILM

Regia: Matt Tyrnauer

Attori: Valentino - Se stesso, Giancarlo Giammetti - Se stesso

Fotografia: Tom Hurwitz

Musiche: Nino Rota

Montaggio: Bob Eisenhardt, Frédéric Tcheng - collaborazione

Effetti: Dan Schrecker

Durata: 98

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: MATT KAPP, FREDERIC TCHENG PER ACOLYTE FILMS

Distribuzione: MEDUSA (2009)

Data uscita: 2009-11-20

TRAILER
NOTE
- EVENTO DELLA SEZIONE 'ORIZZONTI' ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008).
CRITICA
"Ovazione per il film che malgrado la ovvia diffidenza di chi si occupa di cinema verso la moda e le sue star, ha suscitato risate e qualche lacrima nei suoi 96 minuti. E tripudio per l'imperatore stesso, lungo i due tappeti rossi". (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 29 agosto 2008)

"Il film si chiama 'Valentino the Last Emperor', sono quasi due ore di agiografico ritratto, interamente soggiogato dal personaggio Valentino, couturier impareggiabile ma anche uomo capace di vivere in completo agio nel lusso e nell'agiatezza un tempo riservati ai regnanti o ai magnati". (Andrea Martini, 'La Nazione', 29 agosto 2008)

"Divertente e avvincente, tutt'altro che un santino o una biografia agiografica, è un film in piena regola che racconta l'uscita di scena del grande stilista. E' il ritratto del sodalizio umano e professionale di una coppia inseparabile e rende omaggio a un mondo in via di estinzione. Un inno alla creatività artigianale del 'made in Italy', a quello stile che ci ha imposti nel mondo e si vede ormai costretto a cedere il passo al business globalizzato, alla dittatura dei grandi profitti". (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 29 agosto 2008)