UN ORSO CHIAMATO ARTURO

ITALIA 1992
A Roma, un americano compositore di colonne sonore per film, Billy, mentre è già all'aeroporto di Fiumicino per passare le vacanze con moglie e figli in Sardegna, deve rientrare d'urgenza nel suo bell'alloggio in città. Il produttore Capone esige da lui entro pochi giorni la partitura per un nuovo film, destinato al Festival di Venezia. La moglie strepita ma Billy accetta. Ha così inizio per Billy una vicenda tra il giallo e lo spionistico, dopo aver conosciuto una splendida creatura (Evelyn-Alice-Ak 27-Shirley), decisa a venire in possesso di un orsetto di peluche (nome in codice: Arturo), che dovrebbe recare su uno dei piedini una importantissima formula scientifica. Sulle tracce di Arturo sono i Servizi segreti britannici, la Cia e l'israeliano Mossad e da qui una sfilza di sorprese e incidenti, di avventure e misteri, in cui la donna è invischiata, dichiarandosi al musicista come agente inglese. Il sedicente fidanzato di Alice - un certo Cafiero - viene trovato morto in una villa sull'Appia, ma la polizia, cui Billy si è rivolto, non trova nessun cadavere e il malcapitato passa da visionario. Poi questi trova l'orsetto nella propria automobile insieme ad una bomba ad orologeria, che riesce a far scoppiare nel Tevere. Successivamente scopre sul giocattolo una curiosa serie di lettere e cifre; l'orsetto interessa anche alla psichiatra di cui Alice è cliente, la quale altri non è se non un travestito agli ordini di qualcuno, che viene arrestato dai poliziotti. Alice però si è fatta dire da Billy la famosa scritta, che rappresenta la conclusione degli studi di un tizio - tale Salvatore Vadalà , un tempo amante della donna, riuscito a realizzare a tavolino la benzina sintetica. E a questo punto è entrato in scena, in lizza con i vari Servizi segreti, anche un miliardario uomo di affari giapponese, padrino della Mafia del Sol Levante, che perseguita e ricatta Billy e minaccia di assassinargli moglie e figli (rientrati dalla Sardegna e per intanto da lui sequestrati), assistito da una seducente geisha (la solita Alice in adeguati panni), che fugge per mare con Billy e con la formula (da lui copiata e lasciata in una scarpa) rivelandosi al frastornato musicista come Shirley, agente americana delle più importanti industrie petrolifere le quali, ovviamente, di benzina sintetica neppure vogliono sentir parlare. Terminata l'avventura Billy riesce a portare a termine la partitura musicale che, anzichè a Venezia, verrà premiata ad Hollywood con un Oscar. La statuetta a Billy viene consegnata da una giovane attrice che in realtà è l'avvenente Alice.
SCHEDA FILM

Regia: Sergio Martino

Attori: Doris Von Thury, George Segal - Billy, Ciro Scalera, Mattia Sbragia - Capone, Alessandro Resseguier, Edmund Purdom, Hal Yamanouchi, Gianfranco Barra, Birte Berg, David Brandon, Clara Colosimo, Barbara Engelhardt, Carol Alt - Alice, Carla Lombardi, Stefano Masciarelli, Mario Pedone, Valeria Marini, Monia Grauso

Soggetto: Luciano Martino

Sceneggiatura: Nino Marino, Luciano Martino

Fotografia: Giancarlo Ferrando

Musiche: Luigi Ceccarelli

Montaggio: Eugenio Alabiso

Scenografia: Antonello Geleng

Durata: 100

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: DANIA FILM, RAIDUE NATIONAL CINEMATOGRAICA

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA - DELTAVIDEO

CRITICA
Piuttosto malconcio, spaurito, imbarazzato eppur sempre svampito come lo si ricordava ai tempi di "Un tocco di classe" George Segal", formato esportazione, rugoso e invecchiato, fa un pò malinconia ma induce forse proprio per quello alla simpatia e all'indulgenza. (Fabio Bo, Il Messaggero)
Unica cosa apprezzabile l'ambientazione, che è elegante. Per il resto, nulla di veramente creativo in questo film di produzione italiana: una rimasticatura incessante di faccende e situazioni ispirate senza successo allo scintillio della "Pantera rosa", mescolando le belle donne ai servizi segreti, formule misteriose ad animali di peluche, geishe e mafiosi (questa volta gialli di pelle) In conclusione, una love story del genere spy story, intricata lunghetta assai e senza nulla di positivo a riscattare le intenzioni e le gesta di Carol Alt e di un George Segal, una volta attore brillante, qui irreparabilmente rugoso e imbolsito. (Segnalazioni Cinematografiche)