Sulla mia pelle

3.5/5
Gli ultimi 7 giorni di Stefano Cucchi in un film d'impegno civile alto, necessario e senza appello. Straordinario Alessandro Borghi, per l'apertura di Orizzonti a Venezia75

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ITALIA 2018
La storia di Stefano Cucchi, morto a 31 anni all'ospedale Sandro Pertini, mentre era in stato di detenzione e della settimana che ha cambiato per sempre la vita della sua famiglia...
SCHEDA FILM

Regia: Alessio Cremonini

Attori: Alessandro Borghi - Stefano Cucchi, Jasmine Trinca - Ilaria Cucchi, Max Tortora - Giovanni Cucchi, Milvia Marigliano - Rita Cucchi

Soggetto: Alessio Cremonini

Sceneggiatura: Lisa Nur Sultan, Alessio Cremonini

Fotografia: Matteo Cocco

Musiche: Mokadelic

Montaggio: Chiara Vullo

Scenografia: Roberto De Angelis

Costumi: Stefano Giovani

Suono: Ivan Caso - montaggio, Filippo Porcari - fonico, Andrea Lancia - mix

Altri titoli:

Sulla mia pelle - Gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: LUIGI MUSINI, OLIVIA MUSINI PER CINEMAUNDICI, ANDREA OCCHIPINTI PER LUCKY RED CON RAI CINEMA

Distribuzione: NETFLIX, LUCKY RED

Data uscita: 2018-09-12

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: ANTONELLA VISCARSI.

- REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON VIRIS SPA, CON IL SOSTEGNO MIBACT - DIREZIONE GENERALE CINEMA.

- FILM D'APERTURA, IN CONCORSO ALLA 75. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2018), SEZIONE 'ORIZZONTI', HA OTTENUTO: PREMIO FEDIC, PREMIO FRANCESCO PASINETTI SPECIALE AL FILM E AI MIGLIORI ATTORI: (ALESSANDRO BORGHI e JASMINE TRINCA).

- PREMIO NAVICELLA CINEMA (2018).

- DAVID DONATELLO 2019 PER: MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE, DAVID GIOVANI, MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA (ALESSANDRO BORGHI). ERA CANDIDATO PER: MIGLIOR FILM, MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE, MIGLIOR PRODUTTORE, MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (JASMINE TRINCA), MIGLIORE MUSICISTA, MIGLIORE TRUCCATORE (ROBERTO PASTORE), MIGLIORE MONTATORE.

- NASTRI D'ARGENTO 2019: NASTRO DELL'ANNO, MIGLIORI PRODUTTORI, MIGLIOR SCENEGGIATURA, DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA, MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (ALESSANDRO BORGHI), MIGLIOR ATTRICE (JASMINE TRINCA).
CRITICA
"Ricostruendo quel tragico calvario, il regista si preoccupa di evitare ogni eccesso melodrammatico e ogni accusa di voyeurismo (...). Il film vuole solo mostrare quello che è oggettivamente documentabile e che testimonia la superficialità di chi si è limitato a «fare il proprio dovere». I molti campi lunghi e i lunghi silenzi poi non raffreddano l'emozione ma la caricano di una tensione a tratti davvero straziante. Anche per merito della straordinaria prova di Alessandro Borghi, dimagritissimo, emaciato, catatonico, bravissimo nel restituire il pesto e rassegnato Stefano Cucchi." (Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera', 30 agosto 2018)

"(...) una tragica odissea fatta di errori e prepotenze, indifferenza e paura, decisa a restituire il calvario di Stefano, ma anche attenta a non emettere facili sentenze. (...) Per interpretare Cucchi, Borghi ha fatto uno straordinario lavoro anche sul proprio corpo, che oltre a perdere diciotto chili si è come spento e ripiegato su se stesso. Ma se la sua è un'interpretazione fuori dal comune, bravissimi sono pure Jasmine Trinca nei panni di Ilaria Cucchi e Max Tortora e Milvia Marigliano in quelli dei genitori. Merito del film poi non è solo quello di lavorare di sottrazione rinunciando ad accuse e proclami, ma anche di raccontare con lucidità tutte le contraddizioni di Stefano, il rifiuto di denunciare e di farsi ricoverare subito dopo il pestaggio." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 30 agosto 2018)

"Concepito come un film-dossier tradizionale (...) il film è piuttosto semplice e senza grandi sfumature, ma si fa apprezzare soprattutto per i pericoli di retorica quasi sempre evitati e per la prova degli attori: ovviamente Alessandro Borghi alle prese con un personaggio difficilissimo, ma anche Jasmine Trinca nel ruolo della sorella Ilaria, protagonista di una tenace battaglia per ottenere la verità. Impressionante la didascalia finale, che ricorda come in quel 2009 i decessi nelle carceri italiane siano stati ben 176." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 30 agosto 2018)

"Durissimo e preciso nel colpire là dove deve andare a segno senza deviazioni di percorso 'Sulla mia pelle' di Alessio Cremonini accompagna con rara umanità fino alla morte la settimana di agonia di Stefano Cucchi. E noto il caso della morte in carcere del giovane geometra arrestato per detenzione, spaccio e uso di stupefacenti, il più conosciuto dei 176 casi di decessi in carcere nel 2009. (...) il primo film italiano in programma alla Mostra è stato accolto con grande consenso ed emozione, asciutto e convincente, un crescendo drammatico di pietas e di denuncia. Il rigore del film è costruito sugli atti dei processi e sull'impostazione che si mantiene apparentemente distante da accuse dirette, allargando il discorso da un eclatante caso specifico a una più generale denuncia della violazione dei diritti umani. In questo senso colpisce la maturità di una costruzione cinematografica cosi capace di mettersi in diretto contatto con un pubblico internazionale. Il film procede con interventi progressivi di rara abilità nel sintetizzare inizialmente i tratti della personalità del giovane, poi il crescendo drammatico per ellissi, senza interventi declamatori, senza sbavature, senza creare artificiosamente vittime e carnefici, nella normalità della tragedia. (...) Più che un'interpretazione quella di Alessandro Borghi per Cucchi sembra essere un pressante desiderio di riportarlo in vita tanta è la forza che trasmette pur nel raccontarne la lenta agonia, una rara immedesimazione fatta di ruvido calore, di rabbia impotente che nella seconda fase del film diventa una complessa veglia funebre. (...) Nel rigore di una sceneggiatura che scandisce gli eventi e i giorni Cucchi è costretto sempre di più nel suo isolamento (...). Perde un po' alla volta ogni contatto che non sia quello del dolore che prova. Questo isolamento è descritto alla perfezione e anticipato dalla dolorosa esperienza in comunità, dalla sofferenza procurata ai familiari (tutto interiorizzato in Max Tortora) e dalla durezza della sorella (Jasmine Trinca entrata rispettosamente in un'area privatissima) sviluppa la qualità del racconto tutto fatto di equilibrio e di misura, cosa rara trattandosi di una denuncia di violazione dei diritti che si può applicare a varie situazioni non solo nazionali. (...) Il film nasce dal desiderio di strappare Cucchi alla fissità di quelle terribili, ben conosciute fotografie che lo ritraggono sul letto di morte, e ridargli la parola." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 30 agosto 2018)

"Immagini-precipitato di un'indifferenza colpevole, immagini-precipizio di un'umanità a scomparsa, 'Sulla mia pelle' le congiunge per asindeto, con una rappresentazione piana, semplice, che rischia persino di cadere stilisticamente nell'indifferenza che condanna. Non racconta quel che chi si sia interessato al caso Cucchi non sappia, ma 'è un film che è un atto dovuto: non semplice cronaca, ma riappropriazione della realtà'. Nel cast anche Max Tortora (dopo La terra dell'abbastanza altro ruolo che gli rende giustizia) e Milvia Marigliano, alias i genitori di Stefano, Borghi conferma dedizione, profondità e resa, Trinca di essere meglio a bassi giri, e per inaugurare Orizzonti non c'è male, anzi." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 30 agosto 2018)

"Con una mole documentale e testimoniale privilegiata e un centrato, premiabile, Alessandro Borghi, mimetizzato nell'ostinazione, nella paura e nella progressiva debilitazione del personaggio, Cremonini riesce a condurci nei fatti fin dove sappiamo lasciando a ipotesi e deduzione il resto. (...) una cosa il film dice chiara fino nei segni fisici devastanti: il delitto incominciò nell'oltraggio alla legge compiuto da figure istituzionali." (Silvio Danese, 'Nazione-carlino-Giorno', 30 agosto 2018)

"Si può realizzare un bel film da una storia orribile? L'ha fatto Alessio Cremonini con "Sulla mia pelle", agghiacciante ricostruzione di ciò che accadde a Stefano Cucchi (...). Cremonini non lo santifica né mortifica, anzi ne esaspera quelle contraddizioni che sembrano ripicche autolesioniste figlie di rabbia e sensi di colpa. (...) magnifici i genitori interpretati da Max Tortora e Milvia Marigliano più una coriacea Jasmine Trinca nei panni della sorella Ilaria (...). Borghi è eccezionale ma il film è addirittura più grande della sua prova. Si esce dalla visione stravolti. Questo è grande cinema italiano." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 30 agosto 2018)

"Film manifesto? In parte. Di denuncia? Anche. Un dovere civile? Così lo considerano regista e cast. Un titolo già in odore di polemiche? Di certo. Un bel film? 'Sulla mia pelle' (...) è più che altro un film necessario (sette minuti di lacrime e applausi alla proiezione ufficiale). Al netto della bravura del protagonista, un irriconoscibile e applauditissimo Alessandro Borghi nella parte di Stefano Cucchi (...), è soprattutto un film necessario. Attenzione: studiato e costruito sulle testimonianze e sulle carte, oltre 10mila pagine di verbali alla base della sceneggiatura, 'Sulla mia pelle' non è una sentenza. Peraltro c'è un processo aperto, e il «presunto» pestaggio infatti non è mostrato sulla scena. Ma è un atto dovuto. Dà voce (e soprattutto corpo: martoriato, emaciato, sofferente; un film fatto di luci livide e di ecchimosi che parlano) all'unica persona che non ha mai parlato, cioè la vittima. Stefano Cucchi. (...) E soprattutto mette in croce un sistema, cioè il Sistema, e non solo carcerario, italiano. (...) Nessuno parla, al massimo cerca di discolpare se stesso. E alla fine ne escono male tutti. (...) L'aspetto più shockante del film - duro, claustrofobico, angosciante: e il fatto che prima ancora di entrare in sala la cronaca ci abbia già detto come andrà a finire, non smussa di un fotogramma la drammaticità del racconto - è proprio il fatto che chiunque si sia trovato davanti alla storia di Cucchi si sia voltato dall'altra parte. (...) Film di poche parole ('Sulla mia pelle' vuole opporsi alla più grande delle ingiustizie, il silenzio), molto misurato (non è un film «cattivo», ma impietoso: che è diverso), e che pone una domanda precisa (come mai un cittadino italiano, colpevole, perché è in flagranza di reato, di avere 20 grammi di hashish addosso, viene arrestato, ma dopo sei giorni muore mentre è nel carcere di un ospedale?) (...)." (Luigi Mascheroni, 'Il Giornale', 30 agosto 2018)

"Ritorna il cinema d'impegno all'italiana, sulla scia del filone degli anni 60 e 70 in cui rientrano i film diretti in quel periodo, tra gli altri, da Pontecorvo, Rosi, Petri, Montaldo o Damiani: «Sulla mia pelle» non è, però, uno di quei film già visti ancora prima d'entrare in sala perché persegue un certo equilibrio tra l'assurdità e la durezza degli eventi (...) senza essere un capolavoro (...). Nonostante qualche sottolineatura didascalica di troppo nello schizzare i rapporti dello sfortunato Stefano con padre (Tortora), madre (interpretata benissimo dalla Marigliano) e sorella (Trinca, più convincente di quanto lo sia il marchio impostole di attrice impegnata del cinema italiano), il film si fa apprezzare per la sobrietà persino un po' monocorde con cui l'inaccettabile ingiustizia del decesso del giovane (...). Ne scaturisce il ritratto di un antieroe disarmato di grimaldelli ideologici, un essere umano tutt'altro che immacolato e proprio per questo avente diritto alla massima tutela delle autorità, che s'impernia sulla virtuosistica performance «all'americana» di Borghi, dimagrito di una ventina di chili, pressoché reincarnato nelle fattezze, gli atteggiamenti e la voce di Cucchi eppure reso immune dalle facili tentazioni autoagiografiche. (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 13 settembre 2018)

"Non solo un'interpretazione mimetica. Non solo una prova attoriale, in linea con gli standard hollywoodiani. Non solo una stupefacente trasformazione fisica, seguita alla dieta che gli ha fatto perdere 18 chili. Nel modo con cui Alessandro Borghi è diventato Stefano Cucchi, nel film di Alessio Cremonini «Sulla mia pelle», c'è qualcosa di più. L'adesione profonda all'odissea del protagonista, il desiderio di rendere giustizia a chi in vita non ne ha avuta. Per Borghi si apre da oggi, ne siamo certi, una stagione di premi e riconoscimenti. Ma il trionfo più grande è già arrivato, con il commento di Ilaria Cucchi che, dopo aver visto il film, gli ha detto: «Io non so come hai fatto, ma sei diventato uguale a Stefano»." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 13 settembre 2018)