QUANDO ERAVAMO REPRESSI

ITALIA 1992
Belli e ricchi, i coniugi Federico e Isabella sembrano già annoiati dal sesso: lei è diventata scostante se non inerte, lui è distratto e senza inventiva. Un sessuologo consiglia alla coppia di ricominciare, con pazienza e tenerezza: i due, invece, visti i risultati, pensano di approfittare di un annuncio economico, in cui Petra e Massimiliano si offrono per incontri gioiosi. Tanto Isabella e Federico sono un po' "blasé", tanto gli altri (gestori di una jeanseria e sempre in mezzo a giovani) appaiono estrosi e inesauribili. Incontratisi in una vecchia locanda in piena campagna, tra i quattro cominciano approcci vari, accompagnati da un gran straparlare, soprattutto ad opera di Massimiliano, che vanta larghe e disinvolte esperienze e si è portato dietro una valigia con numerosi aggeggi come coadiuvante per tutti. Si scopre, poi, che le due giovani donne già si conoscevano (erano nella stessa squadra sportiva e Petra tenta di ripetere con Isa certi insoliti approcci, come era usa fare anni prima nelle docce e negli spogliatoi) e che i due uomini, mentre "provano" a parte, in una delle due camere, anomale reazioni prima dell'imminente partita a quattro, rischiano l'insorgere di impulsi fra di loro. Dopo la baldoria finale, con conseguente spossatezza degli interessati, costoro se ne tornano a casa, dopo aver deciso di comune accordo di passare un anno e mezzo a "digiuno". Così, mentre Petra e l'amica (messe insieme) si compensano ingozzandosi golosamente di cibo, Federico e Massimiliano si riempiono di litri di acqua e intanto gestiscono ambedue la jeanseria. Alla data stabilita i quattro si incontrano di nuovo nella vecchia locanda. Il desiderio si è riacceso. Vicino c'è un bel laghetto e il sole è caldo. Le due coppie si ricompongono, sicure che l'esperienza fatta ha rinvigorito le radici e i lampi dell'amore.
SCHEDA FILM

Regia: Pino Quartullo

Attori: Alessandro Gassmann - Federico, Lucrezia Lante della Rovere - Petra, Francesca D'Aloja - Isabella, Pino Quartullo - Massimiliano, Vittorio Gassman - Sessuologo, Pietro De Silva, Luca Barcellona, Nadia Rinaldi, Francesca Loriga, Patrizia Loreti, Carolina Salomé, Giuseppe Pianviti, Marco Minetti

Soggetto: Pino Quartullo

Sceneggiatura: Pino Quartullo

Fotografia: Roberto Meddi

Musiche: Sergio Cammariere, Stefano Reali, Massimo Nunzi

Montaggio: Antonio D'Onofrio

Scenografia: Mariangela Capuano

Costumi: Ambra Danon

Altri titoli:

WHEN WE WERE REPRESSED

Durata: 105

Colore: C

Genere: ROMANTICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA

Tratto da: TRATTO DALLA COMMEDIA OMONIMA DI PINO QUARTULLO

Produzione: NUMERO UNO INTERNATIONAL FILM SRL

Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

CRITICA
"L'esordio di Quartullo nella regia cinematografica non lascia pienamente soddisfatti. L'eco della commedia è troppo forte perché la struttura del film non ne riduca il respiro". (Giovanni Grazzini, L'Indipendente)

"Gli interpreti, pur coinvolti spesso in situazioni spesso imbarazzanti, si sforzano di farvi fronte ora con finti impacci ora con qualche accento brioso, dosando, sia pure a fatica, colori e effetti". (Gian Luigi Rondi, Il Tempo).

"Gli interpreti: Alessandro Gassman, Lucrezia Lante della Rovere e Francesca D'Aloja sono acerbi a dir poco, e solo Quartullo attore riesce a sfoderare una scaltrita disinvoltura". (Alessandra Levantesi, La Stampa).

"Se il quartetto di attori è bravo, lo sapremo la prossima volta perché qui nessun personaggio riesce a sollevarsi dal cicaleccio delle battute incrociate". (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera).

"A 'Quando eravamo repressi' non bastano alcune scene in esterno per sopperire alla distaccata frigidità della sua origine teatrale, alla retorica al birignao recitativo tipico degli attori in palcoscenico". (Alfio Cantelli, Il Giornale).

"Prima ancora che disinibito 'Quando eravamo repressi' è filmetto stupido. Non ferma dei caratteri. Non è documento di costume. Dovrebbe essere vietato non ai minori ma a tutti. Per il cattivo gusto che lo distingue, per l'inutilità che lo caratterizza". (Francesco Bolzoni, L'Avvenire).