Pensione Edelweiss

FRANCIA 1959
Lo scrittore Jean Monnier, urtato da un'automobile in corsa, rimane ferito e viene ricoverato in una clinica: benché in realtà si sia trattato di un incidente, si è sparsa la voce che abbia volontariamente tentato il suicidio. Per questo motivo, durante la convalescenza, Monnier riceve la visita di uno strano individuo, il quale gli propone un soggiorno alla pensione Edelweiss, posta in una zona d'alta montagna, dove, sotto adeguato compenso, gli viene garantita una morte sicura e perfetta. Un po' per curiosità, un po' per spavalderia, Monnier accetta l'offerta. Giunto alla pensione, lo scrittore è colpito dalla bellezza di una delle ospiti, Nadia Rakesy, della quale s'innamora. Egli rileva poi, con crescente preoccupazione che i pensionati vanno scomparendo uno ad uno. Monnier si rivolge allora al direttore della pensione, esprimendo, anche a nome di Nadia, il desiderio di annullare l'accordo stabilito; ma il direttore gli oppone un netto rifiuto, complicando le sorti dei due innamorati...
SCHEDA FILM

Regia: Ottorino Franco Bertolini, Victor Merenda

Attori: Henri Vidal - Jean Monnier, Dawn Addams - Nadia Rekesy, Lino Ventura - Borcher, proprietario della pensione, Lauretta Masiero - Mademoiselle Asheville, Howard Vernon - Funck, generale tedesco, John Kitzmiller - Bougron, Marco Guglielmi, Giacomo Furia, Silvio Bagolini, O. Verna, Benedetta Rutili, Fortunia, Liliana Rondoni

Soggetto: Andrè Maurois

Sceneggiatura: Frédéric Dard

Fotografia: Quinto Albicocco

Musiche: Daniel White, Carlo Innocenzi

Montaggio: Nella Nannuzzi, Georges Arnstam

Scenografia: Ivo Battelli

Arredamento: Fulvio Barsotti

Altri titoli:

Sursis pour un vivant

Morte per procura

Il mistero della pensione Edelweiß

El albergue de los suicidas

Durata: 95

Genere: SENTIMENTALE

Tratto da: novella "Thanatos Palace Hotel" di Andrè Maurois

Produzione: OTTORINO FRANCO BERTOLINI PER ARBE FILM, EMANUELE CASSUTO PER NEPI FILM (ROMA), C.C.C. MEDITERRANE' CINEMA (PARIGI)

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"La fantastica vicenda non ha il tono arguto e l'impronta paradossale, che il soggetto richiederebbe, ma si svolge in modo convenzionale e risulta perciò poco interessante. Interpretazione discreta, regia di mestiere." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 45, 1959)