Oceania

Moana

3/5
Un'altra eroina indomita e coraggiosa per il primo classico Disney senza principi azzurri. Ma anche con poca magia

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USA 2016
Una vivace adolescente di nome Vaiana s'imbarca in una coraggiosa missione per salvare la sua gente. Durante il viaggio, s'imbatterà nel semidio in disgrazia Maui che la guiderà nella sua ricerca per diventare una grande esploratrice. Insieme, i due attraverseranno l'oceano in un viaggio pieno d'azione, che li porterà ad affrontare enormi creature feroci e ostacoli impossibili e, lungo il percorso, Vaiana porterà a compimento l'antica ricerca dei suoi antenati e troverà l'unica cosa che ha sempre desiderato: la propria identità.
SCHEDA FILM

Regia: Ron Clements, John Musker, Chris Williams (II) - co-regia, Don Hall - co-regia

Soggetto: Ron Clements, John Musker, Chris Williams (II), Don Hall, Pamela Ribon, Aaron Kandell, Jordan Kandell

Sceneggiatura: Jared Bush

Musiche: Lin-Manuel Miranda, Mark Mancina, Opetaia Foa'i

Montaggio: Jeff Draheim

Scenografia: Ian Gooding

Effetti: Kyle Odermatt

Altri titoli:

Vaiana, la Légende du Bout du Monde

La Princesse du bout du monde

Vaiana

Durata: 103

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Produzione: WALT DISNEY ANIMATION STUDIOS, WALT DISNEY PICTURES

Distribuzione: THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA

Data uscita: 2016-12-22

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: JOHN LASSETER.

- VOCI DELLA VERSIONE ORIGINALE: AULI'I CRAVALHO (MOANA), DWAYNE JOHNSON (MAUI), ALAN TUDYK.

- VOCI DELLA VERSIONE ITALIANA: ANGELA FINOCCHIARO (NONNA TALA), RAPHAEL GUALAZZI (TAMATOA), CHIARA GRISPO (VAIANA).

- CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2017 PER: MIGLIOR FILM ANIMATO E MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ("HOW FAR I'LL GO").

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2017 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE E PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ("HOW FAR I'LL GO").
CRITICA
"(...) gag e caratteristi dei gran musical (...) oceani in tempesta tridimensionale e ricordi di Melville e Conrad. (...) panorami da idillio ma anche infuocati incubi. E molti stereotipi in viaggio in canoa sulla rotta di identificazione di Moana (oceano in polinesiano). Dove l'azione latita anche per la non eccessiva simpatia dell'eroina, ci affidiamo alle musiche colorite, simpatiche e multietniche di Mancina e Lin-Manuel Miranda, divo del musical «Hamilton»." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 dicembre 2016)

"Un'altra 'principessa Disney'? Certo che sì, però rivista e aggiornata secondo l'aria dei tempi: una ragazza tosta, femminista quanto basta e impegnata in un compito che non è trovarsi un principe da sposare. Ancora in coppia dopo diversi titoli celebri (...) John Musker e Ron Clements confermano la vocazione al musical già espressa nella 'Principessa e il ranocchio' alternando danze, canzoni e sequenze d'azione nell'Oceano. Dal potente effetto immersivo, pur sapendo che si tratta d'immagini generate al computer." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 22 dicembre 2016)

"Coraggio, curiosità, la voglia di sfidare i pregiudizi e le convenzioni e una buona dose di forza fisica sono le qualità di Vaiana e, insieme al suo messaggio ambientalista e a quello multiculturale, i valori del film, purtroppo (anche letteralmente) appesantito dal personaggio di Maui - tutto ego, sbruffonerie, sfuriate e smorfie, forse intesi a conquistare ragazzini poco interessati alle principesse. In realtà, sarebbero bastati gli sbalzi di umore del suo tatuaggio (animato via disegno, non computer) per renderlo bene, senza occupare tanto posto nella storia. Con 'La sirenetta', Ron Clements e John Musker, registi di 'Oceania', erano stati due dei protagonisti della rinascita del dipartimento animazione della Disney, all'inizio dei '90, sotto la gestione di Jeffrey Katzenberg. Questo è il loro primo cartoon (quasi) del tutto animato digitalmente e nelle ricchezza e nell'esuberanza dei colori e degli sfondi, si sente sia la loro passione per il mondo in cui è ambientato, che l'energia che John Lasseter ha portato, dopo l'annessione Pixar, supervisionando tutta l'animazione realizzata allo Studio. Come in 'La sirenetta', l'acqua è uno dei grandi protagonisti visivi ed emozionali di 'Oceania'. Certo per quanto divertente e lisergico (sprazzi di 'Dumbo' e di 'Il libro della giungla') il numero sottomarino con granchio non evoca la magia del calypso di 'Under the Sea'. E a 'Oceania manca l'incantesimo spontaneo dei migliori cartoon Disney, quando essere un blockbuster non era un must fatto di ingredienti da iniettare a forza." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 22 dicembre 2016)

"Le principesse sono personaggi essenziali delle fiabe e la Disney lo sa bene, ma è anche consapevole dell'esigenza di rinnovarsi ed innovare: così ecco Vaiana, principessina di una idilliaca isoletta del Pacifico che, invece di sognare il Principe Azzurro, fin dall'infanzia coltiva il desiderio di varcare la barriera corallina avventurandosi nell'Oceano. (...) Pur infiltrata di echi hawaiani, la musica non suona originale, ma i battibecchi fra Maui e l'eroina sono divertenti, il ritmo narrativo è serrato; e fra tempeste, nebbie e trasparenti fondali lo scenario marino rappresenta un trionfo di computer graphic e creatività artistica." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 22 dicembre 2016)

"II nuovo cartone Disney si pregia di una forza visiva e visionaria straordinaria, maggiormente illuminata da un 3D efficace e 'profondo'. Naturalmente edificante, il film offre una nuova eroina alla ricerca della propria identità in un contesto culturale e ambientale finora inedito in casa Lasseter. I temi sono tanti e attuali, dal rapporto costruttivo con la Natura al rispetto delle diversità, passando per il valore della Memoria. Per grandi e piccini." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 22 dicembre 2016)

"Il secondo grande cartone animato Disney dell'anno dopo 'Zootropolis' affonda le radici nel mito, e chi meglio dei 'mitologici' grandi vecchi Clements e Musker poteva dirigerlo? I registi di capolavori come 'Basil l'investiga topo' (1986), 'La sirenetta' (1989) e 'Aladdin' (1992) si tuffano per la prima volta nell'animazione al computer in 3D (curiosità: i tatuaggi sul petto di Maui si muovono in 2D ricordando l'epos a bassorilievo di 'Hercules', altro egregio cartoon firmato dai veterani classe 1953). (...) Divertentissima la strana coppia in viaggio Vaiana-Maui: lei matura, altruista e responsabile; lui vanaglorioso e ottuso (quegli occhietti così bramosi e vicini non sono proprio segno di spiccata intelligenza). E' l'ennesimo bel film hollywoodiano del 2016 che ci dice che il futuro è donna, soprattutto da un punto di vista di leadership (Vaiana è realpolitik; Maui pura sregolatezza testosteronica)." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 22 dicembre 2016)

"Piacerà agli under 10 che da mesi hanno già eletto 'Oceania' a obbligatoria visione di fine anno (i trailer hanno imperversato implacabili a partire dall'estate). Attesa messianica ma giustificata. A parte il marchio Disney il prodotto ci arriva da una ditta che ha già compiuto meraviglie cartonate (come 'Zootropolis' e 'Frozen')." (Giorgio Carbone, 'Libero', 22 dicembre 2016)

"Ennesima eroina Disney femminista, in cerca di rapida emancipazione, protagonista di una storia visivamente fin troppo convenzionale e con colonna sonora da mal di testa." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 22 dicembre 2016)

"Evviva, Lasseter e la Pixar continuano a sostenere le fortune della Disney, un marchio che tutti gli appassionati non possono che amare al di là dei risultati contingenti. «Oceania», poi, segna una data importante perché è il primo film girato interamente in CGI (computer-generated imagery) dei grandi Musker e Clements, progenitori nell'89 del Rinascimento della major con l'indimenticabile «La sirenetta». Diciamo subito che il nuovo musical non ci ha entusiasmato sino in fondo a causa di una certa farraginosità nella seconda parte e qualche ovvietà di troppo nello schema narrativo ispirato all'ormai obbligato leitmotiv del politicamente corretto: al netto di questo calcolo un po' notarile, però, lo spettacolo c'è, ci sono i personaggi e il fatidico trapasso della linea d'ombra tra infanzia e maturità immette la giusta dose di malinconia nel retrogusto della scoppiettante sarabanda avventurosa. (...) Il catalogo delle meraviglie visionarie è ottimo e abbondante, favorito dai panorami lussureggianti e dai violenti capricci del Pacifico, dal contrappunto della colonna sonora in cui le composizioni «occidentali» di Mark Mancina si fondono con quelle dei musicisti samoani e dal corollario etno-femminista che ha la furbizia di amputare qualsiasi intervento di principi azzurri e soprattutto bianchi." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 29 dicembre 2016)