Milionari

3/5
Quel bravo ragazzo fregato dalla camorra: il romanzo di formazione criminale di Alessandro Piva

Leggi la recensione

ITALIA 2014
Attraverso il racconto dell'ascesa e della caduta di un clan della camorra, vengono narrati trent'anni di storia della città di Napoli. Sicco è un uomo onesto, un bravo marito e un padre affettuoso. Tuttavia, tramite il fratello Gennaro, l'uomo decide di affiliarsi a un clan della camorra. Sicco cercherà in tutti i modi di tenere la famiglia, che aspira a una vita borghese, lontana dal mondo della malavita in cui è convolto fino a quando, per errore, viene arrestato. Tornato in libertà, Sicco farà di tutto per allontanarsi dal clan, ma non sarà facile...
SCHEDA FILM

Regia: Alessandro Piva

Attori: Francesco Scianna - Marcello Cavani, detto AlenDelòn, Valentina Lodovini - Rosaria, Carmine Recano - Gennaro, Francesco Di Leva - Babbà, Salvatore Striano - 'O Piragna, Gianfranco Gallo - Don Carmine, Antonio Zavatteri

Soggetto: Luigi Alberto Cannavale - romanzo, Giacomo Gensini - romanzo

Sceneggiatura: Massimo Gaudioso, Giacomo Gensini, Alessandro Piva

Fotografia: Renaud Personnaz

Musiche: Andrea Farri

Montaggio: Alessandro Piva

Scenografia: Antonio Farina

Costumi: Sandra Cardini

Suono: Mario Iaquone

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: DCP

Tratto da: romanzo "I milionari. Ascesa e declino dei signori di Secondigliano" di Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini (ed. Mondadori, coll. Strade blu)

Produzione: GIUSEPPE GARGIULO PER CRC - COMPAGNIA REALIZZAZIONI CINETELEVISIVE IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione: EUROPICTURES IN ASSOCIAZIONE CON SEMINAL FILM (2016)

Data uscita: 2016-02-11

TRAILER
NOTE
- SELEZIONE UFFICIALE ALLA IX EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2014) NELLA SEZIONE 'CINEMA D'OGGI'.

- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2016 PER I MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"Peccato che una tale mole di fatti sia raccontata con passo distratto, quasi di routine, senza un vero punto di vista o una scelta di racconto netta, cosa sconcertante per il regista de 'Lacapagira'. Che passa veloce anche sui lati più ironici e potenzialmente interessanti (quel carcere costruito proprio dai camorristi...) come pressato da esigenze contrastanti. Un film su commissione, forse, non proprio necessario vista l'inflazione del genere. O forse un film 'alimentare' per uno dei tanti nostri talenti che fatica a imporre progetti più personali." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 ottobre 2014)

«'I Milionari' di Alessandro Piva (...) trae ispirazione dall'omonimo libro (...) firmato dal pm antimafia Luigi Cannavale insieme al giornalista Giacomo Sensini: dove, sulla base delle memorie uno dei boss del clan di Secondigliano, Paolo di Lauro detto O' milionario, si narrano le trasformazioni della camorra napoletana sull'arco degli Anni '80-90. Pur attenendosi ai fatti, il regista ha cambiato i nomi e romanzato la storia del protagonista, qui Marcello Cavani ribattezzato Alendelòn (Francesco Scianna). Ne consegue un film che sta dalle parti del melodramma criminale più che dell'asciutta disamina di strutture e metodologie della delinquenza organizzata; un copione che abbraccia tra luci e ombre il punto di vista del «cattivo», umanizzandolo, cosicché quasi ci dimentichiamo che incarna un devastante potare malavitoso. Si potrà obiettare che l'accusa di aver reso mitologica la mafia era stata rivolta anche alla saga del 'Padrino', ma la trilogia di Francis Ford Coppola ha un grande respiro epico, mentre Piva resta a metà strada fra affresco antropologico/veristico e ritratto individuale. E tuttavia di certo c'è che il film rientra nei canoni di un filone criminale ultimamente assai frequentato dal cinema italiano (...). Dietro al fenomeno potrebbero esserci due fattori: dal punto di vista cinematografico ha fatto senz'altro da volano il successo di critica e di pubblico ottenuti da 'Romanzo criminale' di Michele Placido e 'Gomorra' di Matteo Garrone, un risultato ribattuto dalle serie tv che ne sono state tratte. Ma questi film dimostrano pure un genuino interesse a capire il come e il perché della piaga del malaffare che infetta tanta parte della società italiana. In maniera non schematica, provando a intrecciare motivi individuali e cause storiche e sociali. Nel nome dei capolavori di Francesco Rosi, che forse qualcuno un giorno riuscirà a emulare." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 20 ottobre 2014)

"A vederlo, sembrerebbe nato da una costola della serie tv di 'Gomorra', non aggiungendo nulla di nuovo alla rappresentazione del fenomeno criminale. Il tentativo di raccontarlo, attraverso l'ascesa e la caduta di un boss di quartiere, ha dovuto fare i conti, e si vede, con il budget. Peccato, perché il cast (tranne Scianna, fuori parte) è di spessore." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 11 febbraio 2016)