Le sorelle

FRANCIA 1969
La giovane Diana abbandona Roma e il lavoro per rivedere la sorella Marta, sposata da due anni con Alex. Innamorata del marito, affettuoso e gentile, appassionato coltivatore di fiori esotici, Marta cerca tuttavia un compenso ad alcune sue manchevolezze tra le braccia di un altro uomo, col quale si incontra, con regolarità, in una capanna. Diana si accorge che in quell'unione coniugale, apparentemente così solida, c'è una incrinatura, e ne approfitta per cercar di riconquistare quell'affetto esclusivo che aveva sulla sorella prima del suo matrimonio. A tal punto questa manovra l'assorbe, che non ha tempo né voglia di accettare la corte di Dario, il giovane cugino di Alex, ospite per qualche giorno nella sua villa. Accortosi, Alex, della situazione, decide di allontanarsi con Dario, per lasciare che le due donne si manifestino i loro sentimenti. Marta respinge risolutamente il ritorno a quel passato da cui la vita con Alex l'ha liberata, per cui Diana, disperata, la uccide.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Malenotti

Attori: Susan Strasberg - Marta, Nathalie Delon - Diana, Massimo Girotti - Alex, Giancarlo Giannini - Dario, Lars Bloch - Il "Maschio" di Diana, Franco Abbina - Invitato, Gianni Pulone - Invitato, Attilio Dottesio - Invitato, Nicoletta Elmi

Soggetto: Renzo Maietto

Sceneggiatura: Brunello Rondi, Roberto Malenotti

Fotografia: Giulio Albonico, Sebastiano Celeste - operatore

Musiche: Giorgio Gaslini

Montaggio: Antonietta Zita

Scenografia: Luciana Marinucci

Arredamento: Giorgio Bertolini

Costumi: Luciana Marinucci

Altri titoli:

Umarmung

My Sister, My Love

Les deux soeurs

Durata: 102

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35) TECHNISCOPE - TECHNICOLOR

Produzione: FABRIZIO CORTESE PER CINE AZIMUT (ROMA), LES FILMS CORONA (PARIGI)

Distribuzione: EURO INTERN. FILM - GOLDEN VIDEO

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 25 GIUGNO 2008 HA ABBASSATO IL DIVIETO DA 18 A 14 ANNI.
CRITICA
"Film pseudo-psicologico assai volgare, rattristante per la sua mancanza di originalità, per la piattezza della regia e dell'interpretazione [...] E' l'esempio classico del "film inutile"[...]". ("Saison '72")

"E' un pretenzioso e vacuo film, i cui personaggi sono afflitti da pseudoproblemi esistenziali. Raffinata l'ambientazione, bella la fotografia." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 67, 1969)