Le ore nude

ITALIA 1964
Sposata da cinque anni con Massimo, Carla sta attraversando un periodo di crisi sentimentale. Conosciuto un giovane studente, Aldo, ella vive con lui una breve ma intensa esperienza sentimentale che vorrebbe subito dopo ripetere con il marito. Massimo non comprende il particolare stato d'animo della moglie né cambia il proprio comportamento nei riguardi di lei. Nel luogo in cui Carla ha un nuovo appuntamento con Aldo, la donna si reca con il marito. Ella è decisa a risolvere definitivamente la propria situazione sentimentale, non escludendo l'apporto di Massimo. Ma in quel luogo v'è il cadavere di un giovane annegato. Carla afferma di non conoscerlo, ma è evidente che la vista del cadavere ha provocato in lei la risoluzione che faticosamente cercava. Tornerà a vivere con il marito, come se nulla fosse accaduto.
SCHEDA FILM

Regia: Marco Vicario

Attori: Rossana Podestà - Carla, Keir Dullea - Aldo, Philippe Leroy - Massimo, Umberto Spadaro - Il nonno, Bruno Scipioni - L'autista, Maurizio Conti - Marcello, Tina Lepri - Claudia, Otello Taglietti - Maresciallo, Gabriele Basili, António Reis

Soggetto: Alberto Moravia - racconto

Sceneggiatura: Alberto Moravia, Tonino Guerra, Marco Vicario

Fotografia: Carlo Di Palma, Dario Di Palma - operatore

Musiche: Riz Ortolani

Montaggio: Roberto Cinquini

Scenografia: Francesco Bronzi, Riccardo Domenici

Aiuto regia: Rinaldo Ricci

Altri titoli:

Les heures nues

The Naked Hours

Durata: 88

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: racconto "Appuntamento al mare" di Alberto Moravia

Produzione: MARCO VICARIO PER ATLANTICA CIN.CA

Distribuzione: ATLANTICA CIN.CA

NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO AL XXV FESTIVAL DI VENEZIA (1964).

- PRESENTATO ALLA 66. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009) NELLA SEZIONE "QUESTI FANTASMI 2".
CRITICA
"[...] Realizzato con la collaborazione degli "antonioniani" T. Guerra e C. Di Palma, il film è modesto, anzi modico. Lo volevano preserntare a Venezia: purtroppo, censura permettendo, non sarebbe andato nemmeno a San Sebastiano. Si consigliano Vicario e consorte di tornare alla mitologia". (Anonimo, "Cinema Nuovo", 172, dicembre 1964).

"Il film, incentrato prevalentemente sull'introspezione psicologica della protagonista, proprio in questo rivela una fondamentale insufficienza, tanto da rendere nebuloso e spesso incomprensibile il processo drammatico della vicenda. Nebulosità acuita anche dalla particolare tecnica narrativa che, in sé, possiede tuttavia qualche pregio. Suggestive sono la fotografia e la musica, mentre l'interpretazione appare piuttosto superficiale". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 57, 1965).