La puttana del re

La putain du Roi

FRANCIA 1990
Una nobile donzella francese - la contessa Jeanne de Luynés sposa il conte di Verrua e va a vivere a Torino, dove il marito (che lei ama inoltissimo) è ciambellano di Re Vittorio Amedeo, salito al trono nel 1684. Il Re se ne invaghisce e invia il conte a Madrid in veste di ambasciatore. Jeanne resiste in mille modi, ma tutti - dalla madre del consorte al suo stesso confessore - insistono, perchè alla volontà del re non si debbono opporre ostacoli. Allora la nobildonna si offre direttamente al sovrano; ne diventa la favorita; tiranneggia dame e dignitari, arrivando perfino ad immischiarsi degli affari di governo. Il re, uomo sensuale e vigoroso, cerca di assecondarla e Jeanne ottiene tutto ciò che vuole (gli fa anche rinviare in Francia la famiglia, con il piccolo Luchino). Praticamente schiava del sovrano, ne è allo stesso tempo la dominatrice. Detestata dalla regina e odiata dalle dame di corte, la contessa spera solo che conte Verrua si ribelli e la liberi. Ma Verrua è troppo debole e venera il suo re. Francese quale è, Jeanne non riesce ad impedire che Austria e Piemonte si alleino contro il suo Paese: proprio mentre Vittorio Amedeo è al fronte, si ammala di vaiolo, e il re, trascurando il suo esercito, si precipita al castello di Rivoli per curarla amorevolmente. Essendo ormai la guerra arrivata alla Capitale, Jeanne, guarita, fugge in Patria: portando con sé i gioielli e le opere d'arte ricevute in dono. Intanto il Conte Verrua, invitato a battersi a duello con il re resta ucciso. Successivamente il sovrano, rimasto gravemente ferito, è obbligato a vivere chiuso in una enorme gabbia mobile di legno, stando immobile e sospeso all'interno di essa e qui lo vede Jeanne, tornata in Piemonte travestita, per incontrarvi quell'uomo violento che si era impadronito di lei. L'amore è però finito: Vittorio Amedeo è impedito ed è diventato re il suo giovanissimo primogenito, grazie all'abdicazione. E, proprio quando sta per ritornare nel feudo di Luynès con Luchino, la contessa ora vedova dice all'amante tanto disprezzato "ti amo".
SCHEDA FILM

Regia: Axel Corti

Attori: Valeria Golino - Jeanne Di Luynes, Timothy Dalton - Re Vittorio Amedeo, Stéphane Freiss - Conte Di Verrua, Margaret Tyzack - Contessa Di Verrua, Eleanor David - Regina, Feodor Chaliapin Jr. - Scaglia, Anna Bonaiuto - Contessa Longhi, Caterina Vertova - Contessa Bassani, Arnoldo Foà - Primo Prete, Paul Crauchet - Duca Di Luynes, Milly Corinaldi - Suora, Gigi Bonos - Secondo Prete, Ugo Fangareggi - Medico, Robert B. Spafford - William De Nassau, Friedrich von Thun - Karl Von S., Roberto Visconti - Cacciatore, Venantino Venantini - Luis De Arragon, Franco Valobra - Duca D'Aosta, Elisabeth Kaza - Contessa Trevi, Giampiero Tomasini - Sergente, Dominique Marcas - Cuoco, Leonardo Ruta - Principe Vittorio, Robin Renucci - Charles De Luynes, Marne Maitland - Conte Trevi, Matteo Dondi - Luchino, Amy Werba - Heloise, William Berger - Conte Longhi, Francesca Reggiani - Marie Christine, Lea Padovani - Contessa Cumiana, Federico Pacifici - Primo Cortigiano, Stefano Molinari - Spia, Paolo Paoloni - Lacchè dei Longhi, Rosa Di Brigida - Emilia, Salvatore Loriga - Secondo Cortigiano

Soggetto: Jacques Tournier

Sceneggiatura: Axel Corti, Frederic Raphael, Daniel Vigne

Fotografia: Gernot Roll

Musiche: Gabriel Yared

Montaggio: Joële Van Effenterre

Altri titoli:

La donna del Re

Durata: 138

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Tratto da: romanzo "Jeanne de Luynes, Comtesse de Verue"

Produzione: PAOLO ZACCARIA PER CINEMA & CINEMA, AFC (ROMA), RAIDUE, FR3 FILMS PRODUCTION (PARIGI)

Distribuzione: ISTITUTO LUCE - ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1991)

CRITICA
"E' abbastanza divertente questo feuilleton storicoamoroso." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa')

"Un drammone raccontato con foga non priva di sottigliezze dal regista Conti. Con Valeria Golino protagonista candida, astuta e appassionata e un Timothy Dalton simpatico ma inevitabilmente buffo nei panni dell'imparruccato sovrano piemontese." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale')

"Con le fastose scenografie di Francesco Frigeri e i costumi eleganti di Carlo Diappi, il film è d'una figuratività sontuosa." (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero')

"L'epoca, cinematograficamente quasi inedita, le scenografie, il ritmo incalzante, fanno del film un impeccabile romanzo d'appendice." (Irene Bignardi, 'La Repubblica')

"Timothy Dalton è il re; più credibile però come James Bond che non come Savoia." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')

"'La puttana del re' punta sulla rigidità didascalica e l'innocuo figurativismo in costume d'epoca che s'attagliano perfettamente al piccolo schermo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino')

"L'aspetto visivo del film è bello. Ma, nonostante la simpatica incredibilità dei protagonisti imparruccati, l'avventura si segue come una zuppa piena degli elementi di grande spettacolo, ma nessuno raffinato." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera')