La Cosa Giusta

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Marco Campogiani fa la rima sbagliata: tra improbabile e multiculturale. La scampano gli attori, ma non basta

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ITALIA 2009
Eugenio Fusco e Duccio Monti, due poliziotti dai metodi e dal carattere estremamente opposti, si vedono assegnare insieme l'incarico del pedinamento di Khalid Amrazel, uno straniero scarcerato da poco e in attesa della sentenza definitiva per il sospetto di appoggiare una cellula terrorista. I due poliziotti iniziano a detestarsi sin dal loro primo incontro ma, con il passare del tempo e grazie anche all'intervento dello stesso Khalid, arriveranno a conoscersi meglio ed a porsi nuove, inaspettate, domande...
SCHEDA FILM

Regia: Marco Campogiani

Attori: Ennio Fantastichini - Duccio Monti, Paolo Briguglia - Eugenio Fusco, Ahmed Hafiene - Khalid, Camilla Filippi - Serena, Samya Abbary - Sofia, Anis Gharbi - Youssef

Soggetto: Marco Campogiani

Sceneggiatura: Marco Campogiani, Giovanni de Feo - collaborazione

Fotografia: Maurizio Calvesi

Musiche: Teho Teardo

Montaggio: Mauro Menicocci

Scenografia: Marta Maffucci

Costumi: Stefania Svizzeretto

Suono: Piero Parisi - presa diretta

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: TOMMASO CALEVI PER RAI CINEMA, TOMA CINEMATOGRAFICA, PLANET IMAGE

Distribuzione: CINECITTA' LUCE

Data uscita: 2009-11-27

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO E IL PATROCINIO DELLA DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA - MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI.

- PRESENTATO AL 27. TORINO FILM FEST (2009) NELLA SEZIONE "FESTA MOBILE - FIGURE NEL PAESAGGIO".
CRITICA
"'La cosa giusta' è la sagra del luogo comune sull'immigrato e del politicamente corretto dei caratteri in scena. Non c'è un'increspatura, una complicazione, una devianza (se non il bureau della polizia unico, depositario di malvagità), tra le pieghe del racconto che riecheggia lontanamente il caso Abu Ornar: l'immigrato da solo consigli di buon senso. (...) è un film italiano con la solita piatta linearità concettuale, timoroso e recalcitrante ad uscire dagli schemi di vendita dei grandi circuiti commerciali: una bella panoramica aerea sulla mèta esotica (il Marocco) che si visita, una bella musichetta conciliante, un ritmo da stira e ammira per casalinghe (un'inquadratura la vedo, una no perché do il colpetto col ferro) e un finale fintamente rabbuiato, giusto per dire che i buoni lo prendono sempre in quel posto. Ma davvero la drammaturgia in Italia è a questi livelli? Speranzosi, come sempre, attendiamo smentite." (Davide Turrini, 'Liberazione', 27 novembre 2009)