Kong: Skull Island

2.5/5
Nel suo rozzo e pasticciato ensamble mitopoietico, Kong: Skull Island riprende da dove ci aveva lasciato Peter Jackson dieci anni fa: dal deserto del reale, cannibalizzato dalle immagini

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USA 2017
Un gruppo eterogeneo di esploratori si avventura nelle profondità di un'isola sperduta del Pacifico - tanto affascinante quanto infida - inconsapevoli che stanno attraversando il regno del mitico gorilla Kong.
SCHEDA FILM

Regia: Jordan Vogt-Roberts

Attori: Tom Hiddleston - James Conrad, Samuel L. Jackson - Preston Packard, John Goodman - Bill Randa, Brie Larson - Mason Weaver, Jing Tian - San, Toby Kebbell - Jack Chapman/Kong, John Ortiz - Victor Nieves, Corey Hawkins - Houston Brooks, Jason Mitchell - Mills, Shea Whigham - Cole, Thomas Mann (II) - Slivko, Terry Notary - Kong, John C. Reilly - Hank Marlow, Eugene Cordero - Reles, Marc Evan Jackson - Landsat Steve, Will Brittain - Giovane Marlow /figlio di Marlow, Richard Jenkins - Senatore Willis, Allyn Rachel - Segretaria O'Brien

Soggetto: John Gatins, Dan Gilroy

Sceneggiatura: Dan Gilroy, Max Borenstein

Fotografia: Larry Fong

Musiche: Henry Jackman

Montaggio: Richard Pearson

Scenografia: Stefan Dechant

Arredamento: Cynthia La Jeunesse

Costumi: Mary E. Vogt

Effetti: Stephen Rosenbaum, Jeff White, Scott Benza, Mike Meinardus, Shade VFX, Industrial Light & Magic (ILM)

Durata: 118

Colore: C

Genere: AVVENTURA AZIONE

Produzione: LEGENDARY PICTURES

Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA

Data uscita: 2017-03-09

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2018 PER I MIGLIORI EFFETTI VISIVI.
CRITICA
"Iconografia e colonna sonora celebrano il matrimonio tra Kong e 'Apocalypse Now': non con il massimo dell'originalità, però con notevoli qualità visive. Tom Hiddleston è l'avventuriero Conrad e si sforza di sembrare un eroe. Però la fotografa Brie Larson e Kong non paiono aver bisogno di lui." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 9 marzo 2017)

"La domanda insidiosa sarebbe: si sentiva il bisogno di un ennesimo King Kong? Probabilmente no, però se la domanda è: la nuova versione offre una divertente serata popcorn assicurando valori produttivi di qualità? Allora la risposta è un si tondo. Senza prendersi troppo sul serio, 'Skull Island' assume il dilettevole approccio fantasy-avventuroso scelto da Spielberg per 'Jurassic World'; e - mostrando l'iconico Kong già nel prologo (considerata la sua fama, a che pro puntare sul fattore sorpresa?) - inventa la trovata niente male di ambientare la vicenda nel 1973, sino a un finale aperto sulla prossima puntata (si prevede una trilogia). (...) Noto finora per un film giovanilistico passato al Sundance, Jordan Vogt-Roberts non sembrava il regista adatto a gestire una macchina colossale, ma è in virtù della sua sensibilità per la commedia che il film trae giusta linfa dalla cornice d'epoca: i dischi in vinile, il rock psichedelico, le immagini in formato ridotto, restituiscono il 1973 con un piacevole gusto vintage; e gli ironici rimandi al conradiano 'Apocalypse Now', nonché gli impliciti messaggi ecologico-pacifisti, non vanno mai ad aggravare il ritmo scorrevole del racconto. Poiché la sceneggiatura - a spese di Hiddleston e del suo rapporto potenzialmente romantico con la Larson - privilegia il gioco di squadra, si avverte un poco la mancanza di una classica figura di eroe. In compenso assumono buon risalto alcuni caratteri secondari, soprattutto il Marlow di John C. Reilly (...); e quanto a King Kong, è formidabile per naturalezza e umanità." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 9 marzo 2017)

"Più che un remake, sembra una parodia involontaria di 'Apocalypse Now'. (...) La lancia di fortuna corre sul fiume, la musica è d'epoca, anche le idee sono vecchiotte, salvo spolverate eco-pacifiste. Mancano le conigliette di Playboy, in compenso dopo avere saccheggiato Coppola viene riesumata la serie Jurassic, con una spolverata di altre mostruosità che sembra servano a introdurre il sequel in cui il buon re Kong deve confrontarsi con Godzilla. Uno spreco ma qualcuno è convinto si tratti del miglior remake dal 1933. Lo ha scritto la bibbia 'Variety'. Anche i sacri testi possono sbagliare." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 9 marzo 2017)

"Il nuovo King Kong hollywoodiano è sgargiante (raramente si vede oggi una fotografia così calda), truculento (enormi elicotteri sono stuzzicadenti per gorilla alti 31 metri) e dannatamente divertente." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 9 marzo 2017)

"Piacerà a patto che non vi aspettiate un tosto rivale delle edizioni precedenti. Gli effetti speciali sono di media qualità e non c'è love story tra la bella e la bestia (...). C'è però un'avventura che corre senza pretese e senza intoppi. E la squadra degli attori funziona." (Giorgio Carbone, 'Libero', 9 marzo 2017)

"La televisione è percepita come il mezzo di evasione più pratico e immediato. Ci si siede sul divano e, come si suol dire, si «stacca il cervello», per rilassarsi, lasciandosi «travolgere» dalle immagini del piccolo schermo, abbassando le difese. Non a caso, attraverso le serie tv, i Democratici hanno rivoluzionato la cultura americana, imponendo i propri valori, prima negli Usa e poi nel resto del mondo. Tutto questo cosa ha a che vedere con questo Kong? Per il fatto che il miglior modo di godersi la proiezione del film è quello di «scollegare» la mente, «subire le immagini», tornare un po' bambini. Non a caso, dirige Jordan Vogt-Roberts, uno che ha un passato come autore televisivo. Perché se iniziate a farvi domande sulla sceneggiatura, beh qui vi trovate di fronte ad una delle pellicole peggio scritte della storia, piena di incongruenze (soprattutto militari), con personaggi trasformati in figurine, senza un minimo spessore, storia, pathos. Sono lì come merce di scambio per l'intrattenimento, comparse per alimentare gli esseri mostruosi che li faranno fuori, a turno, nei modi più disparati e divertenti (uno viene impalato dalla zampa di un ragno gigante). (...) Un onesto B movie che diverte durante la visione, ma del quale ci si scorda dopo appena cinque minuti dall'uscita dalla sala." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale' 9 marzo 2017)

"Per resuscitare il gorillone e fare cassa con l'iperbole digitale, l'era dello spin-off (opera derivata) val bene un mediocre ritorno, dove i pupazzi sono più riusciti degli umani, rimasticati in ruoli fissi (a parte il simpatico soldato John C. Reilly) con reazioni meno che fumettistiche. Non è convenzionale la 'proporzionale' fisica dei punti di vista, per la prima volta interamente dedicata all'immersione tra piccolo e immenso. Risvolto ecologico, il duro destino del gigante a garanzia dell'ecosistema." ('Nazione-Carlino-Giorno', 9 marzo 2017)

"Mescolare 'Apocalypse Now' a 'Jurassic Park' con una spruzzata evocativa del bestione originario del 1933. Ecco la ricetta per ottenere 'Kong: Skull Island' (...). Un blockbuster targato Warner Bros. d'impatto visivo potente, di ironia sottile, di trovate narrative vincenti. (...) La compagi ne umana esplorativa mostra un complesso di diversamente sopravvissuti, ma è soprattutto il deterioramento psicologico dei soldati post Vietnam a impedire loro di focalizzare il vero nemico. Contro chi ancora lanciare quel gas nervino e quelle bombe al napalm? Serve un immenso capro espiatorio, una summa di quei mostri che hanno popolato gli incubi nel fango e nelle nebbie apocalittiche. Ecco che l'evocazione anche scenografico/fotografica del coppoliano 'Apocalypse' (ma non solo) fa capolino, con tramonti psichedelici in cui si staglia il soma di Kong, il Re finora incontrastato di Skull Island, isola travolta da impenetrabili tempeste. (...) Tutto è ribaltato, anche la figura femminile muta da innocente damigella a impavida fotoreporter, che resta comunque l'unica a toccare lo scimmione (...)." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 4 marzo 2017)