Joker

3.5/5
Joaquin Phoenix totalizzante e totalitario nello stand-alone di Todd Phillips: in concorso a Venezia 76

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USA 2019
Incentrato sulla figura dell'iconico villain, il film è uno stand-alone originale, diverso da qualsiasi altro film tratto dai comics apparso sul grande schermo fino ad ora. L'esplorazione su Arthur Fleck, un uomo profondamente turbato e ignorato dalla società, non è soltanto uno studio crudo e affascinante del personaggio, ma una storia più ampia che si prefigge di lasciare un insegnamento, un monito.
SCHEDA FILM

Regia: Todd Phillips

Attori: Joaquin Phoenix - Arthur Fleck/Joker, Robert De Niro - Murray Franklin, Zazie Beetz - Sophie Dumond, Frances Conroy - Penny Fleck, Brett Cullen - Thomas Wayne, Glenn Fleshler - Randall, Bill Camp - Detective Garrity, Shea Whigham - Detective Burke, Marc Maron - Gene Ufland, Douglas Hodge - Alfred Pennyworth, Josh Pais - Hoyt Vaughn, Leigh Burton Gill - Gary, Brian Tyree Henry - Carl, Gary Gulman - Se stesso, Sam Morril - Se stesso

Sceneggiatura: Todd Phillips, Scott Silver

Fotografia: Lawrence Sher

Musiche: Hildur Guðnadóttir

Montaggio: Jeff Groth

Scenografia: Mark Friedberg

Costumi: Mark Bridges

Effetti: Branch VFX, ScanlineVFX, Shade VFX

Durata: 118

Colore: C

Genere: AVVENTURA AZIONE POLIZIESCO

Tratto da: basato sui personaggi della DC Comics

Produzione: TODD PHILLIPS, BRADLEY COOPER, EMMA TILLINGER KOSKOFF PER JOINT EFFORT

Distribuzione: WARNER BROS. (2019)

Data uscita: 2019-10-03

TRAILER
NOTE
- LEONE D'ORO, PREMIO FANHEART3 | GRAFFETTA D'ORO, PREMIO SOUNDTRACK STARS | FREE EVENT E SINDACATO NAZIONALE GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI ITALIANI PER LA MIGLIORE COLONNA SONORA ALLA 76. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2019)

- I PRODUTTORI ESECUTIVI: WALTER HAMADA, MICHAEL E. USLAN, AARON L. GILBERT, JOSEPH GARNER, RICHARD BARATTA, BRUCE BERMAN.

- CANDIDATO DAVID DONATELLO 2020 PER: MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"L'eco dell' Ultima risata di Murnau si mescola alle risate compulsive di Arthur Fleck, il clown tragicamente triste che nel magnifico Joker Leone d' oro, è il terzo villain più villain, cattivo per difesa, apparso nel 1940 nella Batman saga.
Questa di Todd Phillips è altra storia, pur a Gotham City: il miracolo è miscelare alla perfezione il fumetto che ha già avuto ghigni satanici di Nicholson e Ledger, con la storia del degrado umano che ci appartiene. (...) Il film ti prende alla
gola e non ti molla, è di una compattezza espressiva da paura ed è inutile dire quanto debba al talento fragorosamente ipnotico di Joaquin Phoenix che trasmette la tensione di un uomo disperso e tradito nella folla. Scavalcando il buffone di It, il regista di Una notte da leoni consegna pronto all' uso sociale e psicotico un film avvolgente, felpato, allarmante, in cui ci si riconosce. Ci avverte che siamo ormai al degrado, come dimostra lo splendido gigione De Niro in versione Letterman e che l'ultima sequenza sia in casa di cura non deve rassicurare." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 ottobre 2019)

"Lasciamo perdere le chiacchiere tipo la Mostra di Venezia si è venduta alle multinazionali del cinema o, inversamente, il Lido porta bene agli Oscar. Il film di Todd Phillips, noto finora come regista di commedie popolari (Una notte da leoni), vuole riempire quel vuoto di cinema d'autore per il vasto pubblico che oggi è per lo più appannaggio delle serie. Non è un film di
supereroi, ma un'operazione seria, anche un po' seriosa.(...) Il film ha un'impostazione visiva riconoscibile, ma non uno stile; come in molte serie tv, il design sostituisce la messinscena. Il suo immaginario dark è in fondo derivativo: non siamo dalle parti delle invenzioni geniali di Tim Burton tanti anni fa, ma
piuttosto vicini a quelle di Christopher Nolan, con meno grandeur. La macchina da presa a mano segnala che ci troviamo nel cinema alto, con citazioni da Chaplin o L'asso nella manica. Alla fine, però, si va a finire nella psicanalisi da quattro soldi: Joker è diventato cattivo perché la mamma non lo amava. Quanto a Joaquin Phoenix, il pazzo non è un ruolo difficile, ma lui è bravo, anche troppo. La cosa migliore della sua performance virtuosistica, paradossalmente, sono certi passi quasi di danza, in campo lungo. Come si sono accorti in molti, però, il nocciolo del film è politico: la fobia non tanto del populismo, quanto proprio dell'odio di classe. La paura che i poveri odino i ricchi, che il risentimento diventi ferocia. Joker diventa un idolo delle folle perché è l'insieme delle frustrazioni della classe media e dei ceti disagiati, e il contagio della sua psicosi, nell'atmosfera cupa del film, ha una forza anche visiva. In questa atmosfera paranoica è interessante il rimando consapevole agli anni 70, a un'estetica tra I guerrieri della notte e Scorsese. Joker è concepito in parte come un omaggio a quest'ultimo: la trama è simile a Re per una notte, Phoenix in una scena rifà il De Niro di Taxi Driver. Le polemiche e timori sorti negli Usa, dove si ventilano rischi di emulazione e di apologia della violenza, sono forse il riflesso di questo terrore/fascino del cattivo, che rischia di sembrare un eroe non solo per i cittadini di Gotham, ma anche per quelli degli Stati Uniti." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 3 ottobre 2019)