Ibi

3/5
Dopo l’intenso L’ordine delle cose, Andrea Segre torna a battere dove il dente duole, aprendo un nuovo fronte sull’emergenza migratoria del Mediterraneo

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ITALIA 2017
Ibi è nata in Benin nel 1960, ha avuto tre figli e nel 2000 in seguito a seri problemi economici ha scelto di affrontare un grande rischio per cercare di dare loro un futuro migliore. Li ha lasciati con sua madre e ha accettato di trasportare della droga dalla Nigeria all'Italia. Ma non ce l'ha fatta. 3 anni di carcere, a Napoli. Una volta uscita Ibi rimane in Italia senza poter vedere i figli e la madre per oltre 15 anni. Così per far capire loro la sua nuova vita decide di iniziare a filmarsi. Racconta se stessa, la sua casa a Castel Volturno dove vive con un nuovo compagno, Salami, e l'Italia dove cerca di riavere dignità e speranza. Dalle immagini che Ibi ha realizzato è nato questo film.
SCHEDA FILM

Regia: Andrea Segre

Attori: Ibitocho Sehounbiatou - Se stessa, Salami Taiwo Olayiwola - Se stesso, Mimma D'Amico - Se stessa, Fabio Basile - Se stesso, Giampaolo Mosca - Se stesso, Gian Luca Castaldi - Se stesso, Prosper Doe - Se stesso

Soggetto: Matteo Calore - idea, Andrea Segre - idea

Fotografia: Matteo Calore

Musiche: Sergio Marchesini, Giorgio Gobbo

Montaggio: Chiara Russo

Durata: 64

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: FRANCESCO BONSEMBIANTE PER JOLEFILM CON RAI CINEMA, CON LA COLLABORAZIONE DI ZALAB

Distribuzione: ZALAB

Data uscita: 2017-10-19

NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI OPEN SOCIETY FOUNDATIONS,

- FUORI CONCORSO AL 70. FESTIVAL DI LOCARNO (2017).
CRITICA
"II regista Andrea Segre ha utilizzato i materiali girati dalla stessa protagonista per realizzare il primo film di autonarrazione di una migrante in Europa, da cui emerge non solo la drammaticità della sua storia, ma anche la sua ricerca estetica ed etica. Ciò che Ibi fa non è solo 'registrazione' ma azione che si trasforma in preghiera e speranza con una videocamera che è strumento religioso, politico e sociale." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 20 ottobre 2017)