Gli amori di Angelica

ITALIA 1967
In Palestina nel I secolo d.C., il potere del re e dei suoi alleati romani è fortemente contrastato dall'alleanza di alcune tribù ribelli capeggiate da Assan. Il proconsole Marcello, che si è assunto il compito di debellare i ribelli, incarica la sua amante palestinese Angelica di mettersi in contatto con i rivoltosi, con lo scopo di attirarli in un tranello nell'accampamento di Assan, Angelica fa la conoscenza di David, figlio del capo ribelle, e si innamora di lui. L'amore dei due giovani è però contrastato da Jacupi, uno degli alleati più potenti di Assan, la cui figlia Susan è promessa da tempo a David. Questi, divenuto capo dei ribelli in seguito alla morte del padre, per non perdere l'alleanza di Jacupi si vede costretto ad abbandonare Angelica e a riconciliarsi con Susan. Ansiosa di vendicarsi per l'affronto subito, Angelica ritorna da Marcello e gli fornisce preziose informazioni, grazie alle quali il proconsole romano riesce ad annientare i rivoltosi e a far prigioniero David. Angelica si rende però conto di essere ancora innamorata di lui ed dopo aver avanzato una domanda di grazia al nuovo proconsole Claudio, ne ottiene la libertà. Il suo intervento risulta però tardivo perché David, stremato dalle torture alle quali è stato sottoposto, muore tra le sue braccia, proprio nel momento in cui ella gli annuncia la sua liberazione.
SCHEDA FILM

Regia: Luigi De Marchi

Attori: Claudie Lange, Joaquin Blanco, Aldo Berti, Carroll Breck, Dina De Santis, Marta May, Mercedes Monterrey, Muni, Vassili Karis, Carlo Fruttero, Peter Ucci, Ettore Toscano, Marilù St. George, Cristina Tamborra, Emil Jordan, Julián Ugarte

Soggetto: Luigi De Marchi

Sceneggiatura: Luigi Emmanuele

Fotografia: Romolo Garroni, Jaime Deu Casas

Musiche: Marcello Gigante

Montaggio: Dolores Tamburini

Scenografia: Manuel Balzarini

Durata: 97

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: PANORAMICA - EASTMANCOLOR

Produzione: FINARTE (ROMA) -TEIDE PRODUCCIONES (BARCELLONA)

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"Il lavoro, mediocre nella regia e nell'interpretazione, confuso e lacunoso nella narrazione, risulta privo anche di quegli elementi spettacolari che solitamente caratterizzano questo genere di film." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 61, 1967)