George Harrison: Living in the Material World

USA 2011
Attraverso materiale d'archivio unito a interviste ad amici, familiari e colleghi il documentario racconta la storia di George Harrison, la sua vita e come la spiritualità è diventata una parte importante di essa.
SCHEDA FILM

Regia: Martin Scorsese

Attori: George Harrison - Se stesso (immagini di repertorio, Paul McCartney - Se stesso, John Lennon - Se stesso (immagini di repertorio, Ringo Starr - Se stesso, Yoko Ono - Se stesso, Eric Clapton - Se stesso, Ravi Shankar - Se stesso, Phil Spector - Se stesso, Terry Gilliam - Se stesso, Jackie Stewart (II) - Se stesso, Eric Idle - Se stesso, George Martin - Se stesso, Olivia Harrison - Se stessa, Dhani Harrison - Se stesso, Jane Birkin - Se stessa, Tom Petty - Se stesso, Pattie Boyd - Se stessa, Jeff Lynne - Se stesso, Ray Cooper - Se stesso, Klaus Voormann - Se stesso, Mal Evans - Se stesso (immagini di repertorio, Neil Aspinall - Se stesso, Astrid Kirchherr - Se stessa, Derek Taylor - Se stesso (immagini di repertorio, Jim Keltner - Se stesso

Fotografia: Robert Richardson, Ellen Kuras, Harris Savides, Lisa Rinzler

Montaggio: David Tedeschi

Effetti: Robert Legato

Durata: 208

Colore: B/N-C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: MARTIN SCORSESE, OLIVIA HARRISON, NIGEL SINCLAIR PER SPITFIRE PICTURES, SIKELIA PRODUCTIONS, GROVE STREET PRODUCTIONS

Distribuzione: NEXO DIGITAL (2012); DVD: FELTRINELLI REAL CINEMA (2012)

Data uscita: 2012-04-19

CRITICA
"Un tuffo nella vita e nell'arte del più appartato dei Beatles. Una valanga di foto e filmati che Martin Scorsese trasforma in un viaggio quasi mistico sulle tracce di un personaggio insieme notissimo e misterioso, enigmatico ma anche dotato della semplicità disarmante dei saggi. E il magnifico 'George Harrison - Living in the Material World', nuovo docu musicale del regista di 'Taxi Driver' dopo quelli su Bob Dylan e i Rolling Stones, in programma solo oggi in cento cinema del circuito Nexo Digital per poi uscire in home video. Filmini di famiglia e programmi tv, vecchie foto struggenti e testimoni di ogni sorta, la famiglia povera a Liverpool e la lunga sbornia dei Beatles (...) Poi la svolta: l'incontro con Ravi Shankar, la scoperta dell'Lsd, il periodo mistico e pacifista (qui si sente che Scorsese è anche il regista di 'Kundun'), le donne, l'avventura nel cinema, la malattia. Fino al pazzo che a Capodanno 1999 entra in casa di George e di sua moglie Olivia con un coltello e per poco non uccide entrambi. Alla fine l'enigma rimane. Ma la luce di cui brilla è ancora più intensa." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 aprile 2012)

"Dopo 'The Band', il Blues, Bob Dylan ('No Direction Home') e gli Stones ('Shine a Light'), Scorsese torna al rock con il quiet Beatle, George Harrison. Su commissione della vedova Olivia, un rockumentary fluviale (228'), empatico, insieme informatissimo ed elusivo, che ripercorre la via spirituale di Harrison, dalle origini dei Fab Four al triplo album solista 'All Things Must Pass', dalla tensione per l'Oriente, tra sitar, Hare Krishna e il primo benefit concert per il Bangla Desh alla morte per cancro a 58 anni nel 2001. Non è un'operazione per levare George dal cono d'ombra di Paul e John, bensì, per rendere giustizia a uno che si definiva 'più normale della gente normale': tra i 39 intervistati e i rarissimi materiali d'archivio (scarso il footage dei concerti), i Beatles e l'Harrison solista che suonano come mai altrove e l'insofferenza di Scorsese alla cronologia, 'Living in the Material World' sbaglia solo il titolo che potrebbe far pensare a Madonna, ma centra il bersaglio, perché Harrison è ancora qui e ora e con un'aura - lo dice Jackie Stewart - da far riscrivere Walter Benjamin. Solo per oggi in sala, ai primi di giugno in homevideo: Something da non perdere." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 19 aprile 2012)

"Arriva (...) nelle sale il bel documentario di Martin Scorsese 'George Harrison: Living in the Material World' che ci conduce attraverso un viaggio musicale e spirituale nella vita del chitarrista dei Beatles." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 20 aprile 2012)