Commediasexi

ITALIA 2006
L'onorevole Bonfili vive una vita meravigliosa, tra lussi e privilegi, che condivide con la moglie Pia e le due figlie, ma che non è fatta solo di Parlamento e famiglia. Tra un incontro istituzionale e l'altro infatti, Bonfili trova sempre il tempo per i suoi appuntamenti clandestini con Martina, una starlette dalle forme prorompenti e dal carattere travolgente. Tutto sembra andare per il meglio finché un giorno l'onorevole si trova di fronte al rischio di uno scandalo ed è costretto a correre ai ripari. Decide di partire con la sua famiglia per una vacanza a Parigi e di affidare Martina a Mariano, il suo autista, un uomo umile, gran lavoratore e dedito alla famiglia. La tranquilla vita di Mariano viene completamente sconvolta dall'esuberante Martina, sempre più lanciata verso il successo. Al ritorno da Parigi, Bonfili trova nel suo autista una persona completamente diversa dall'uomo che conosceva e soprattutto viene assalito dall'atroce dubbio che tra Mariano e Martina forse non ci sia solo una semplice amicizia...
SCHEDA FILM

Regia: Alessandro D'Alatri

Attori: Sergio Rubini - Mariano Di Virgilio, Margherita Buy - Dora Di Virgilio, Stefania Rocca - Pia Roncaldi, Paolo Bonolis - On. Massimo Bonfili, Elena Santarelli - Martina Brandi, Michele Placido - Salvatore Lisassi, Rocco Papaleo - Tony Muciaccia, Marco Cocci - Mino, Fabio De Luigi - Nardi, Norman Mozzato - Cardinale Hausman, Massimo Wertmüller - On. Nappi, Maurizio Micheli - Primario, Paola Tiziana Cruciani - Suor Giulia, Mino Manni - Regista TV, Rodolfo Baldini - Capostruttura TV

Soggetto: Alessandro D'Alatri, Gennaro Nunziante

Sceneggiatura: Alessandro D'Alatri, Gennaro Nunziante

Fotografia: Agostino Castiglioni

Musiche: Riccardo Eberspacher

Montaggio: Osvaldo Bargero

Scenografia: Luigi Marchione

Costumi: Gemma Mascagni

Effetti: Fabio Traversari, EDI - Effetti Digitali Italiani, Ludovico Bettarello

Altri titoli:

Commediasexy

Durata: 102

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: RICCARDO TOZZI, GIOVANNI STABILINI E MARCO CHIMENZ PER CATTLEYA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2006-12-15

NOTE
- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO 2007 PER: MIGLIOR SOGGETTO E ATTORE NON PROTAGONISTA (SERGIO RUBINI).
CRITICA
"Vuoi vedere, azzardavano i fans del teledivo (e anche del regista Alessandro D'Alatri) che a fine anno tra i due litiganti Boldi e De Sica sarà proprio Bonolis a godere? Visto il film, l'ipotesi non sembra tanto campata in aria. D'Alatri ha lavorato su una impalcatura farsesca vecchia come il cucco. Però ha lavorato bene. Le gag principali scattano con precisione quasi infallibile. Se fossero ancora vivi i vari Feydeau, Hennequin e Weber laureerebbero D'Alatri loro erede ad honorem e grande ingegnere di macchine spettacolari. Laurea meritata, perché il regista non s'è limitato a portare ovvi aggiornamenti ai canovacci ma ha collocato la vicenda in una realtà esistente e abbastanza riconoscibile.(...) Come se la cava Bonolis? Benino, con tendenza al bene. Il teledivo, per entrare nella parte, deve essersi visto tutti i film di Alberto Sordi. Oppure se li è visti prima di pensare al cinema e ha assimilato alla perfezione molti tic, esclamazioni, soprattutto i tempi della battute del compianto Albertone. Le scene che gli vengono meglio sono quelle di abietta carogneria in cui il modello era maestro. D'Alatri, ottimo direttore d'attori, ha cercato, del resto, di non sovraccaricarlo, limitando il ruolo di 'cattivo' e assegnando la parte più pesante del lavoro a un professionista più sperimentato come Rubini. E chiamando a rinforzo un manipolo di interpreti di contorno in ruoli che conoscono a memoria (Michele Placido il cialtrone, Margherita Buy la casalinga disperata e Stefania Rocca la casalinga che sembra felice ma è più disperata dell'altra." (Giorgio Carbone, 'Libero', 15 dicembre 2006)

"Roba del genere era già stravecchia ai tempi di Feydeau, così per servircela riscaldata oggi si straparla di Vallettopoli, di satira, di film-pandoro (sarà un film-panettone intelligente? dio ci scampi). Mimando il più possibile la peggior tv, tanto per esser sicuri di non perdere il 'pubblico di Natale', che poverino non va stressato. Così ecco Bonolis protagonista, varietà trashissimi, cosce, gossip, talk show (e bambini entusiasti naturalmente!, un ottimo alibi). Mentre gli attori tentano di uscirne con dignità e talvolta (Placido cuoco zozzone, Rubini con la permanente, la Buy nel suo ruolo più improbabile) ci riescono quasi. Curioso che l'ex-autore D'Alatri abbia deciso di correre dietro al pubblico anziché tentare di conquistarlo. E' un altro segno dei tempi. Noi ci sentiamo come Rubini quando va al bar per bersi un bel Chinotto e incontra un ex-amico trucido che insiste per farsi una birra e quattro risatacce. Ecco, a noi la birra proprio non ci garba. Vorremmo bere un Chinotto in santa pace. C'è ancora qualcuno che lo sa fare?" ('Il Messaggero', 15 dicembre 2006)

"'Commediasexi' sembra clonata sul recente film francese 'Una top model nel mio letto', in cui il vip Auteuil cerca di coprire una relazione clandestina gettando l'amante (per finta) tra le braccia di un ometto qualsiasi. Il bravo Alessandro D'Alatri parte, dunque, ad handicap nell'immergersi a capofitto nel sottogenere consumistico-natalizio. (...) È indubbio lo sforzo del regista di puntare alla commedia all'antica italiana e al suo perduto buongusto estetico e, dribblando le forche caudine della risataccia usa-e-getta, di accreditare nello stesso tempo un giudizio amareggiato sul costume attuale. Purtroppo proprio lo scopo alto, del resto raggiunto con mezzi più personali dai film di Gabriele Muccino, finisce col penalizzare l'operazione conferendole un tono equivoco e moralistico. L'ambiguità si rivela, così, nel premeditatissimo mix tra Feydeau e Vallettopoli, Sabina Guzzanti e gossip compulsivo, sfruttamento dei richiami televisivi e ramanzine d'ufficio contro gli stessi. 'Commediasexi' cerca di sfruttare a fondo il quartetto che fa corona a Bonolis, ma anche in questo caso non ci sembra che lo stralunato Sergio Rubini, la nevrotizzata (guarda caso) Margherita Buy, la maliziosa Stefania Rocca e il gigionesco Michele Placido siano stati messi in grado di cogliere la chance di lavorare con un regista dai solidi, ma non penitenziali requisiti d'autore. Resta Bonolis, che su chi scrive, per la verità, esercita un appeal pari allo zero: tecnicamente il domatore principe della gabbia dorata del video se la cava bene, ma l'auspicato trait-d'union con i «mostri» di Monicelli, Comencini e Risi ci sembra al di là da venire. Mentre Alberto Sordi & co. hanno saputo riflettere nei rispettivi personaggi cinici, amorali ed egocentrici i mali e le ipocrisie del Belpaese confortati dall'irridente vaccino del vitalismo, il suo politico cialtrone rischia alla fine di risultare anonimo e scontato. Questione di cromosomi comici, più che di simpatia o antipatia." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 16 dicembre 2006)

"Alessandro D'Alatri ha messo tutta la sua cattiveria nel distribuire i ruoli di 'Commediasexi' (...) Però non è rimasta a D'Alatri la cattiveria per poi descrivere questi figuri. Strano: lo stesso regista era stato così graffiante nella 'Febbre' (2005) col quisque de populo cremonese... Nel rappresentare la classe dirigente romana non ha saputo (voluto?) scoperchiare il tombino. Morale: dietro l'apparente corrosività, affiora la reale complicità di 'Commediasexi' non con un governo, non con un regime, ma con una classe che sopravvive benissimo a ogni cambio dell'uno e dell'altro. L'unico bersaglio sfiorato, se non colpito, dal film è il più indifeso: l'etèra di regime. Peraltro 'Ricordati di me' di Gabriele Muccino l'aveva saputa connotare più verosimilmente. Quanto al bersaglio grosso - i partiti, i salotti importanti, i dirigenti tv pubblici e privati, Bruno Vespa e 'Porta a porta', per esempio -, in 'Commediasexi' viene indicato. Non mirato, tanto meno colpito. Cinema così, stile Risi anni Sessanta-Settanta, non lo fa più nessuno? Non è vero. Nel 'Trasformista', (2002) Luca Barbareschi aveva colto la realtà e ironizzato su di essa con disincanto, eppure con indulgenza, dando una lezione di cinema civile. D'Alatri ha invece fatto con 'Commediasexi' solo un prodotto dignitoso, prevedibile e sgradevole quando Bonolis imita Sordi; prevedibile e gradevole quando Stefania Rocca - la migliore della compagnia - si getta fra le braccia del cuoco lubrico, un Michele Placido irsuto, bravo come sempre quando recita soltanto, ma ormai avviato ad ereditare i ruoli di viscido dell'ultimo Claudio Gora." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 16 dicembre 2006)