Arizona Dream

USA 1993
Il giovane Axel, dopo la morte dei genitori in un incidente d'auto, ha trovato la pace come impiegato presso il Dipartimento per la caccia e la pesca di New York. Un giorno viene chiamato nella città natale, in Arizona, dallo zio Leo, un uomo esuberante che ha una concessionaria di Cadillac ed una bella e prossima sposa, Millie. Leo vuole che Axel sia suo testimone alle nozze e che diventi suo socio in affari. Axel vorrebbe tornare a New York, fino a quando al negozio non incontra Elaine, una stravagante vedova che ha sparato al marito e vive con la figliastra Grace. Elaine vive in uno stato mentale precario, ed anche Grace è molto inquieta per la forte presenza della matrigna. Axel allora rimane in città e, poco dopo, lui ed Elaine diventano amanti. Elaine sogna di volare ed Alex l'aiuta. Una sera Leo, in preda ad una crisi depressiva, si riempie di pillole. Chiamato da Millie, Alex accorre ma sull'ambulanza lo zio muore, sognando ancora di arrivare sulla luna con una fila di Cadillac. In occasione del compleanno di Elaine, Grace riesce a conquistare Alex, che è innamorato di lei. Ma la sera, mentre Alex si spiega con Elaine, Grace si allontana sotto la pioggia e si spara un colpo di pistola. Alex non sa più cosa fare. In Alaska, due esquimesi che somigliano a Leo e Paul sono alle prese con uno strano pesce, che, mentre loro parlano, prende il volo.
SCHEDA FILM

Regia: Emir Kusturica

Attori: Johnny Depp - Alex Blackmar, Jerry Lewis - Leo Sweetie, Faye Dunaway - Elaine Stalker, Lili Taylor - Grace Stalker, Vincent Gallo - Paul Leger, Paulina Porizkova - Millie, Michael J. Pollard - Fabian, Candyce Mason - Blanche, Alexia Rane - Angie, Polly Noonan - Betty, Ann Schulman - Carla, Jackson Douglas - Prete, Tricia Fischer - Lindy, Michael S. Tohn - Dottore, Emir Kusturica - Uomo al bar (non accreditato

Soggetto: Emir Kusturica, David Atkins

Sceneggiatura: David Atkins

Fotografia: Vilko Filac

Musiche: Goran Bregovic

Montaggio: Andrija Zafranovic, Karim Aïnouz - assistente

Scenografia: Miljen Kreka Kljakovic

Arredamento: Jan Pascale

Costumi: Jill M. Ohanneson

Effetti: Ken Estes

Altri titoli:

Arizona Dream - American Dreamers

Il valzer del pesce freccia

Durata: 142

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: CLAUDIE AUSSARD, YVES MARMION PER UGC

Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE (1998) - MEDUSA VIDEO

NOTE
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI BERLINO (1993).

- DISTRIBUITO IN ITALIA UNA PRIMA VOLTA CON IL TITOLO "IL VALZER DEL PESCE FRECCIA" CHE DURAVA 140'. NEL 1998 E' STATO RIDISTRIBUITO ACCORCIATO E CON IL TITOLO ORIGINALE.

- DOPO UNA BREVE APPARIZIONE SUGLI SCHERMI USA, IL FILM E' SCOMPARSO DALLA CIRCOLAZIONE A CAUSA DELLE CONTESTAZIONI DEI COPRODUTTORI AMERICANI (LA WARNER).
CRITICA
"Bislacca, per non dire sconclusionata, e interminabile commedia social-sentimentale del similgenio bosniaco Emir Kusturica che mescola (alla rinfusa) risate e lacrime, cercando di penetrare, da clandestino, nell'anima dell'America. Peccato che l'umorismo surreale non leghi con l'amarezza di fondo. Marzullo si domanderebbe: la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 5 novembre 2001)

"Chi nel 1993 ha avuto la fortuna di vedere al festival di Berlino il film che allora, per l'Italia, si doveva chiamare 'La ballata del pesce freccia - e che vinse l'Orso d'argento - si deve essere reso conto che Emir Kusturica è matto: nel senso buono in cui sono matti i poeti. Lo aveva dimostrato in tutta la sua storia precedente (...) Ora era approdato, per colpa e merito delle solite sirene hollywoodiane, in America, anzi in quel concemtrato di America profonda che è l'Arizona, con una storia incantevole e improbabile che solo Emir Kusturica poteva immaginare e restituire con la credibilità assurda che, appunto, ha la poesia. (...) Il miracolo di Kusturica è di riuscire a fare, nella profonda America, e in collaborazione di scrittura con David Atkins, un film profondamente suo, in cui non rinuncia, anzi dà vigore, alla sua poesia, al suo gusto per l'assurdo, alla commedia intrisa di tenerezza, come dimostra anche la meravigliosa "surrealtà" della cornice tra gli eschimesi." (Irene Bignardi, 'Il Venerdì di Repubblica', 11 maggio 2007)